Un Foggia distratto getta alle ortiche una possibile vittoria e si fa rimontare ben due gol dal mai domo Lecce. Finisce così 2-2 l’atteso derby che ha visto il pienone sugli spalti. Davvero spettacolare il colpo d’occhio dello Zaccheria con le due tifoserie che non si sono fermate un attimo nel sostenere a gran voce i propri beniamini. Sul risultato c’è poco da dire. Il Foggia ha mostrato il solito volto. Quello che ha caratterizzato gran parte delle nove gare finora giocate. Assenza di una identità di gioco produttivo, difesa disattenta e attacco poco incisivo. Eppure, nonostante ciò, 2 tiri 2, erano bastati ai rossoneri per esaltarsi ed infliggere un 2-0 ad un Lecce niente male. Ma come è capitato spesso in quasi tutte le partite, un paio di svarioni sono bastati per rimettere in piedi gli avversari. In più, nell’occasione, si è notata una certa stanchezza fisica. Emersa già attorno alla prima mezzora e confermata dai crampi che hanno afflitto almeno un paio di uomini. Sicuramente la squadra sta attraversando un periodo non proprio favorevole e non si riesce a comprendere come mai non riesca a spiccare il volo. I musicisti sono tutti di ottima qualità ma l’orchestra spesso stecca clamorosamente. Con quasi un quarto di campionato passato già in archivio non si riesce a trovare la quadratura. Mister Grassadonia, in previsione del turno infrasettimanale in programma martedi (Foggia atteso a Cittadella), apporta diverse correzioni all’ultimo undici iniziale. Non c’è Camporese, ancora alle prese con l’infortunio e il terzetto di difesa è composto da Martinelli, Tonucci e Ranieri. A centrocampo, fiducia a capitan Agnelli a far coppia con Carraro mentre Kragl e Gerbo agiscono sulle corsie esterne con Deli “libero” di agire a ridosso delle due punte, Mazzeo e Galano. Al fischio di inizio del Sig. Aureliano, si denota un Foggia molto contratto e timoroso. Che lascia totalmente l’iniziativa nelle mani del Lecce. Il gioco è spezzettato anche perché, da una parte e dall’altra, si susseguono gli errori nei passaggi più elementari ai quali si aggiungono ritmi bassi e difficoltà in chiave offensiva. Anche se il Lecce si fa preferire rispetto al Foggia quando staziona nella trequarti avversaria. I primi a tentare la via della rete sono gli ospiti con Meccariello (16’) che colpisce male di testa, sul cross conseguente alla battuta del primo corner. Risponde il Foggia con Gerbo (19’) ma il suo tiro è fuori misura. Stenta a decollare il Foggia con la sua manovra lenta, impacciata e poco incisiva in chiave offensiva. Il Lecce ci crede di più e va vicino al vantaggio. Pettinari prova a concretizzare, cercando La Mantia (20’), con un rasoterra che attraversa l’area rossonera. L’attaccante giallorosso ostacolato da Ranieri, non riesce a finalizzare. Vorrebbe replicare il Foggia ma non ci sono giocate particolarmente insidiose e così Kragl gioca la sua “carta”: il tiro preciso e potente. Il tedesco (23’) esplode la cannonata da posizione defilata ma Vigorito si oppone con bravura. Sale di tono il Lecce e con Scavone (43’) dal limite dell’area potrebbe far male. Per fortuna la conclusione è centrale e Bizzarri neutralizza. Nel finale di tempo il Foggia serra le fila e spinge per qualche minuto. Tanto quanto basta per sbloccare il risultato. Il merito è quasi tutto di Gerbo che sulla trequarti ruba palla, appoggia per Agnelli ed assist per Deli (45’) che addomestica la sfera e la spedisce sul palo interno dove Vigorito non può arrivarci. E’ il gol del vantaggio rossonero col quale si chiude la prima frazione. Si riprende e il Foggia dimostra maggior vivacità. Kragl inventa per Mazzeo (5’) ma il bomber non riesce a toccare la sfera. Il gol del raddoppio è nell’aria e, sotto la spinta dei 15.000, arriva puntuale. Kragl per Agnelli e secondo assist, stavolta per l’accorrente Tonucci (7’) che fulmina Vigorito con una gran botta dal limite dell’area. E’ il doppio vantaggio che infiamma lo Zaccheria. Troppa grazia: 2 tiri 2 gol. La gioia dei rossoneri rimarrà ben presto strozzata dal gol su calcio di punizione di Mancosu (10’) che supera l’incerto Bizzarri. Il calcio di punizione è provocato dalla solita “leggerezza” ed un inutile fallo di Martinelli al limite dell’area. Il Foggia reagisce e va anche in gol con Galano (15’) lanciato a rete da Deli ma, inspiegabilmente, il guardalinee segnala un fuorigioco inesistente. Liverani vuole almeno il pari ed inserisce un’altra punta, Palombi, per dare maggior forza al reparto offensivo. Grassadonia risponde con Loiacono al posto dello stanco Ranieri, comunque autore di una buona prova. Il cambio favorisce il Lecce, anche perché la difesa del Foggia è in affanno e La Mantia (29’) punisce l’errore dei rossoneri (ben 4 in linea) con un tiro abbastanza semplice dal centro dell’area. L’attaccante del Lecce (33’) potrebbe addirittura fare il bis dalla stessa posizione ma stavolta trova sulla traiettoria un super Bizzarri che respinge da campione. Nel convulso finale entrambe le squadre provano a vincerla ma Galano (43’) non sfrutta la superiorità numerica e spedisce la palla in curva con un tiro maldestro. Imitato da Deli un minuto più tardi. Le due squadre, stanchissime, non riescono ad esprimere altro e con molta onestà il 2-2 è il risultato più giusto.
FOGGIA – LECCE 2 – 2
Marcatori: 45’ p.t. Deli, 7’ s.t. Tonucci, 10’ Mancosu, 29’ La Mantia.
FOGGIA (3-5-2): Bizzarri 6; Ranieri 6.5 (24’ st Loiacono 5.5), Tonucci 6.5 (30’ st Boldor 6.5), Martinelli 5; Gerbo 6.5, Agnelli 6.5 (20’ st Busellato 6), Carraro 5, Kragl 5.5; Galano 5, Deli 6; Mazzeo 5. In panchina: Noppert, Iemmello, Zambelli, Cicerelli, Chiaretti, Rubin, Rizzo, Ramè, Gori. Allenatore: Grassadonia 5.
LECCE (4-3-1-2): Vigorito 5; Lepore 6 (33’ st Venuti sv), Marino 6, Meccariello 6, Calderoni 5.5; Petriccione 5.5, Arrigoni 5.5, Scavoni 6 (24’ st Palombi 6); Mancosu 7; Pettinari 6, La Mantia 6.5 (40’ st Tabanelli sv). In panchina: Bleve, Di Matteo, Cosenza, Torromino, Haye, Dubickas, Tsonev, Fiamozzi, Armellino. Allenatore: Liverani 6.5.
Arbitro: Gianluca Aureliano di Bologna 5;
1° Assistente: Valerio Vecchi di Lamezia Terme 4;
2° Assistente: Giovanni Baccini di Conegliano 4;
Quarto Uomo: Antonio Di Martino di Teramo.
Note: Terreno in buone condizioni. Spettatori 14.500 (un migliaio i tifosi leccesi in curva nord). Ammoniti: Busellato (F). Angoli: 3-1 per il Lecce. Recuperi: 1’ – 4′.