“Quello della seconda stazione di Foggia è stato per anni tema complesso ed articolato. Una questione che la comunità foggiana, il partenariato economico, istituzionale e sociale e la rappresentanza parlamentare di Capitanata hanno affrontato con attenzione ed impegno, avendo come priorità la salvaguardia del ruolo strategico ed imprescindibile della stazione di piazzale Vittorio Veneto. È stato costruito un confronto serrato con il Ministero delle Infrastrutture, con i vertici nazionale di RFI, affinché le esigenze di mobilità e quelle infrastrutturali del territorio ricevessero la giusta attenzione. Trovo dunque le dichiarazioni rilasciate dal parlamentare del Movimento 5 Stelle Nicola Lovecchio pretestuose e fuori luogo, oltre che frutto di una conoscenza di questa vicenda davvero superficiale.
Ne sono sinceramente dispiaciuto, perché mi sarei aspettato una maggiore propensione all’approfondimento da chi è alla sua prima esperienza parlamentare. Perché il futuro infrastrutturale del Mezzogiorno e della provincia di Foggia va costruito con maturità e non con facile demagogia. Purtroppo la legge elettorale con la quale siamo andati alle urne per il rinnovo del Parlamento non ha favorito la valorizzazione delle competenze, finendo per premiare anche uomini del tutto a digiuno di politica e dinamiche amministrative.
All’On. Lovecchio, che non mi pare di ricordare abbia partecipato in modo attivo e visibile al lungo dibattito sulla realizzazione della seconda stazione ferrovia negli anni che abbiamo alle spalle, voglio dire che agganciare Foggia alle opportunità offerte dall’Alta Capacità Ferroviaria è una scelta di lungo ed intelligente respiro, che riguarda l’orizzonte della mobilità su ferro del Meridione e dell’intero Paese. Manifestare un dissenso pretestuoso, peraltro declinato con argomenti del tutto risibili, è esattamente il contrario di ciò che serve alla Capitanata. Capisco che questo atteggiamento sia il riflesso dell’impostazione politica del M5S, che preferisce l’immobilismo al progresso, come dimostrato con l’atteggiamento messo in campo rispetto alle ‘grandi opere’ del Paese. Tuttavia ho la sensazione che questa linea di condotta sia assolutamente minoritaria tra tutti quelli che si sono occupati a vario titolo di questa materia fino ad oggi.
Nessuno si è accostato a questa vicenda con superficialità. Viceversa, abbiamo avuto una interlocuzione a tratti aspra con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed RFI; ho personalmente consegnato all’allora Ministro Delrio un dossier sulla questione, chiedendo formalmente e contestualmente l’apertura di un tavolo ministeriale dedicato proprio alla vertenza trasporti; abbiamo formulato proposte progettuali serie, anche con il contributo di esperti di primissimo piano come l’ingegner Stefano Ciurnelli.
I fondi per questa opera, circa 20 milioni di euro, sono pronti, così come lo è il progetto di RFI, che accoglie e contempla una serie di indicazioni fornite dal territorio. Secondo l’On. Lovecchio dovremmo oggi paralizzare tutto questo, buttando a mare anni di dibattiti, confronti, riflessioni tecniche e progettuali ed analisi circa il futuro della mobilità di Capitanata? Dovremmo riavvolgere il nastro dall’inizio e tornare alla casella di partenza, paralizzando tutto? Io non sono d’accordo. E penso di poter dire che non sia d’accordo la stragrande maggioranza dei soggetti istituzionali, sindacali, economici, istituzionali, politici ed associativi che hanno partecipato alla definizione di questa prospettiva, tra i quali non mi pare ci fosse l’On. Lovecchio.
Per crescere la Capitanata ed il Sud hanno bisogno di sviluppo ed infrastrutture, non di assistenzialismo e paralisi. Non comprenderlo è un limite politico significativo. Soprattutto se si ha il compito di rappresentare in Parlamento le istanze della provincia di Foggia”.