“Rubinetti a secco e lavoratori a casa. E’ questa la svolta nella gestione dell’Acquedotto Pugliese?” Lo domanda Napoleone Cera Presidente del Gruppo Popolari alla Regione Puglia. “I vertici dell’AQP, in presenza dei sindacati, sostengono di non avere buchi in organico ma di essere costretti, facendo riferimento al decreto Madia, a verificare la posizione lavorativa di circa 300 esuberi”, fa presente Cera. “Dicono di avere personale in eccedenza e poi utilizzano lavoratori di ditte esterne per fare fronte alla gestione ordinaria e straordinaria degli impianti, come nel caso dei fontanieri in Provincia di Foggia che continuano ad aspettare risposte che tardano ad arrivare”, lamenta il consigliere regionale.
“Sembra che l’AQP abbia deciso di aprire un personale contenzioso con i lavoratori della Capitanata, a tutto discapito della qualità e della professionalità del servizio, segno che probabilmente chi amministra l’azienda pubblica pugliese non conosce i problemi del territorio, ma si lascia governare da spinte di riqualificazione del personale che non vanno nella direzione del miglioramento dei servizi offerti”, scrive ancora nella sua nota Napoleone Cera.
“Pur nella consapevolezza della fase delicata che sta attraversando l’Acquedotto pugliese, per la quale siamo pronti ad ogni costruttiva collaborazione, non si può continuare con le logiche del passato e con il presentare il conto ai lavoratori. Se bisogna cambiare rotta, occorre farlo anche nei rapporti con i dipendenti, garantendo loro futuro lavorativo a fronte di migliori servizi per l’utenza”, conclude Cera.