Guarda che luna, guarda che mare, guarda che abuso. Dopo 25 anni di abusi, una richiesta di sanatoria nel 2008 quando la struttura era ancora “ecosostenibile”, dopo un’indagine lunga e articolata della procura dio Foggia, il noto ristorante di Manfredonia, “Guarda che luna”, gestito in località Acqua di Cristo da una società riconducibile a Francesco Romito, nipote di Mario Luciano Romito, il boss sipontino assassinato lo scorso 9 agosto 2017 è stato sequestarto. Ad eseguire l’ordinanza di sequestro sono stati i carabinieri del comando provinciale di Foggia, la Guardia Forestale e la Capitaneria di Porto di Manfredonia.
Chi ha permesso questo scempio ora sarà compito della magistratura chiarirlo, perché se un ristorante fattura centinaia di migliaia di euro l’anno con una struttura costruita sugli scogli significa che ci sono state palese violazioni in ordine alle normative edili ed ambientali, in contrasto con il precetto della facile amovibilità, requisito previsto dal Piano regolatore Generale di Manfredonia, dal Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia e dal Piano Regionale delle Coste, che impongono la facile smontabilità di ristoranti o attrezzature realizzate sul territorio costiero o comunque nella fascia di rispetto dei 300 metri dal mare.