Si chiama marijuana vietnamita, ha delle venature rossastre, un principio attivo due volte superiore alla canapa indica tradizionale e viene coltivata soprattutto in Calabria e Albania. Ed è la nuova specialità delle organizzazioni criminali in materia di spaccio di sostanze stupefacenti, visto che i semi – di importazione – costano poco, ha una fioritura ogni quattro mesi e soprattutto, ogni pianta, non raggiunge i sessanta centimetri ed è quasi “invisibile” e facilmente coltivabile anche in campi monitorati da elicotteri e telecamere. Sono stati i carabinieri del comando provinciale di Foggia, diretti dal colonnello Marco Aquilio a scoprire la coltivazione e a mettere il cappello sulla prima vera grande operazione che riguarda questa speciale sostanza, scoperta domenica. In un vigneto a capanna a Bel Mantello nelle campagne di Cerignola i carabinieri infatti hanno messo le mani su 900 piantine da un chilo l’una. In manette è finito il gestore della coltivazione, Antonio Strafezza, 51 anni. Si indaga per risalire ai committenti della piantagione, che avrebbe prodotto un business da circa 7 milioni e mezzo di euro. (Rocco Traisci)