Giovedi scorso, in pieno giorno, poco prima delle 09.30, incurante dei numerosi passanti, aveva esploso un colpo di pistola, una calibro 45, contro Tango Stefano, di 46 anni, uccidendolo praticamente sul colpo, sotto gli occhi della figlia di appena sette anni, che era rimasta nel furgone ad attendere il ritorno del padre. Le indagini, immediatamente avviate da Carabinieri e Polizia di Stato con la partecipazione anche dei Baschi Verdi della Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia, hanno velocemente dato i frutti sperati.
Nonostante l’assoluta, impenetrabile omertà dei numerosi testimoni, che si sono velocemente dileguati all’arrivo delle Forze di polizia, la carenza sul luogo di impianti di videosorveglianza privati e l’assenza di quello cittadino, gli investigatori sono comunque riusciti a raccogliere le prove della responsabilità di Leonardo DIMMITO, 33 anni, già noto alle Forze dell’ordine.
Il Pubblico Ministero, che ha personalmente diretto tutte le attività sul posto, ha pertanto emesso un provvedimento di fermo nei confronti dell’uomo, che si era nel frattempo reso irreperibile, e nella prima mattina di venerdì lo ha trasmesso per l’esecuzione agli investigatori, ancora al lavoro per le ricerche del fuggitivo.
Proprio le pressanti ricerche, mai interrotte, condotte anche con perquisizioni e appostamenti, si ritiene abbiano indotto il ricercato a decidere di costituirsi. E così, nella tarda mattinata dello stesso venerdì, insieme al proprio avvocato, Leonardo DIMMITO si è consegnato agli investigatori, che lo hanno condotto in carcere.
Dovrà rispondere di omicidio volontario premeditato, sarà chiamato a spiegare le ragioni di tanta barbara ferocia.