Piena parifica e senza prescrizioni il Rendiconto Generale dell’esercizio finanziario 2016 della Regione Puglia. La Sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Puglia, a seguito di un’articolata e complessa istruttoria, ha parificato il rendiconto passando in rassegna tutti i punti fondamentali della gestione delle entrate e delle spese regionali. La Corte ha dato atto del rispetto dei vincoli di finanza pubblica di cui al pareggio di bilancio e del perseguimento di tutti gli equilibri di bilancio, a dimostrazione di un’attenta e oculata gestione dei vari programmi, compatibile con le regole e i principi contabili.
“La Corte dei Conti oggi ha individuato la Puglia come una delle Regioni italiane meglio amministrate, in tutti settori, persino in quelli critici – ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano commentando con i giornalisti – i riferisco alla spesa farmaceutica storica che la Puglia aveva come neo. Abbiamo recuperato moltissimo. Abbiamo recuperato soprattutto i tempi di pagamento delle imprese, abbiamo pochissimo personale che riesce a dare prestazioni straordinarie, il minor numero di dirigenti, il minor numero di consulenze e ciononostante la Regione tiene pur avendo 15mila addetti in meno dell’Emilia Romagna in sanità, a parità di cittadini e mezzo milione di euro in meno sul fondo sanitario nazionale. Riusciamo a fare tutto questo grazie alla trasparenza, all’onestà delle persone e ai sacrifici fatti da tutti i miei collaboratori, perché io ho l’onore di rappresentare centinaia di persone che si sono comportate bene. Questo significa anche – ha continuato Emiliano – che le nuove leggi regionali sulla Partecipazione e sul Lobbying che prescrivono particolari cure per mettere in contatto gli uffici pubblici con i soggetti portatori di interesse, dovrebbero l’anno prossimo farci migliorare ulteriormente. È chiaro che di questi tempi una regione del Sud che viene considerata dalla Corte di Conti cosi ben amministrata è un onore una soddisfazione e un orgoglio per tutti noi pugliesi”.
“Siamo forse l’unica amministrazione italiana che ha un avanzo di 80 milioni di euro – ha concluso Emiliano – secondo alcune teorie, in particolare quella del procuratore, questo avanzo dovrebbe essere imputato ad una sorta di mutuo che è stato concesso a tutte le regioni negli anni passati. Noi invece riteniamo di dover pagare le rate come previsto e di poter utilizzare questo avanzo nel prossimo bilancio: stabiliremo nella sede tecnica come fare. In ogni caso la Regione ha risorse per andare avanti sia in un caso che nell’altro”.
“Come sanno bene tutte le regioni italiane – ha osservato infine l’assessore regionale al Bilancio, Raffaele Piemontese – la parifica piena riconosciuta dalla Corte dei conti è un risultato per niente scontato, frutto di politiche responsabili ed efficienti che hanno un riflesso diretto sui bisogni reali delle persone”.
Lo stock di debito registrato lo scorso anno è diminuito di ben 228 milioni di euro, mentre la giacenza di cassa al 31 dicembre 2016 è aumentata attestandosi a un milione e 700 mila euro, rispetto a euro al milione e 320 mila euro del 2015.
In relazione all’andamento della gestione contabile 2016, sette mesi fa l’Agenzia di rating Internazionale “Moody’s” ha confermato il rating al livello Baa2, collocando la Regione Puglia nella parte alta della fascia di rating delle Regioni italiane, grazie anche al completamento del riacquisto del prestito obbligazionario per 60 milioni, estinguendo definitivamente un debito che, in origine, era di 870 milioni euro e liberandosi del rischioso derivato sottostante.
Il bilancio del Servizio Sanitario Regionale assicura l’equilibrio economico e si chiude con un avanzo di un milione e 472 mila euro. L’attenzione all’efficienza del settore sanitario è dimostrata anche dal miglioramento dell’indice di tempestività dei pagamenti, sceso a soli 28 giorni, più che dimezzando i 57 giorni dell’anno 2015 e dalla progressiva riduzione della spesa farmaceutica.
Altri aspetti degni di nota riguardano l’attenta gestione delle società partecipate che ha consentito che nessuna di esse chiudesse in perdita. Mentre il costo complessivo del lavoro, ammontante a 141 milione di euro, risulta fortemente contratto rispetto al dato del 2015 che era pari a 150 milioni e 200 mila euro.