L’operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che ha appurato un traffico illegale di rifiuti dalla Campania alla Capitanata, è balzata agli onori delle cronache nazionali. L’indagine, condotta con l’ausilio degli agenti della Polizia di Stato di Manfredonia, ha prodotto 46 indagati, a vario titolo, “scoperchiando e rendendo nota una pratica fraudolenta dalla quale ci sentivamo al sicuro, in loco”, commenta il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi. Un’inchiesta che apre scenari pericolosi per il territorio sipontino, con l’ombra della camorra che aleggia su un territorio storicamente battuto dai clan napoletani. Un metodo, adottato dal 2010 al 2014, che tira in ballo anche i Casalesi, che in quel periodo però erano alle prese con lo smantellamento dell’organizzazione dopo gli arresti di Antonio Iovine (oggi pentito) e Michele Zagaria.
“Abbiamo saputo di quanto avvenuto dalla stampa e, al momento, non abbiamo ricevuto alcuna notifica di ordinanza. Attendiamo, perciò, indicazioni più precise da parte delle forze dell’ordine, restando a loro completa disposizione”, aggiunge l’assessora all’Ambiente, Innocenza Starace.
“E’ opportuno attendere tutti gli accertamenti del caso, ma è altrettanto opportuno – prosegue, a sua volta, Angelo Riccardi – invocare pene severe qualora fosse mostrata la condotta criminale dei soggetti coinvolti”.
“Ringrazio tutte le forze dell’ordine che hanno lavorato per portare alla luce il traffico illegale di rifiuti in questione, restando in attesa di quello che potrà essere il prosieguo investigativo delle indagini. Siamo pronti ad adottare qualsiasi ordinanza possa rendersi necessaria e, se ci saranno le condizioni, saremo pronti anche a costituire parte civile la Città di Manfredonia nei confronti dei responsabili”, conclude il sindaco.