E’ un terremoto giudiziario quello in corso nel foggiano, con 19 ordini di cattura spiccati dalla procura antimafia di Bari. Da questa mattina infatti 130 agenti della polizia e della guardia di finanza sono al lavoro tra Bari e Foggia per rintracciare i destinatari delle misure cautelari: in particolar modo le ricerche riguardano i territori di San Severo, Cerignola e Zapponeta per quanto riguarda l’area foggiana e Gravina, Modugno e la stessa Bari per l’area barese. Ma c’è soprattutto lo zampino della camorra napoletana, con ordinanze anche a Pollena, Mariglianella e Pozzuoli.
Secondo la Dda di Bari le accuse vanno dal traffico organizzato di rifiuti in concorso, falso ideologico in atto pubblico, realizzazione e gestione di discarica abusiva per un totale di 42 persone e 4 società.
In particolare i sequestri hanno per oggetto numerosi conti di due delle società coinvolte e di alcune delle persone indagate, le quote societarie e l’intero compendio aziendale di una delle società. Infine sono stati individuati, 70 ettari di terreno situate nelle zone di Manfredonia, San Severo, Zapponeta e San Paolo Civitate, oggetto di sversamenti illeciti di rifiuti speciali.
Il traffico dei rifiuti si è sviluppato lungo la direttrice Napoli- Foggia e ha svelato l’esistenza di una organizzazione criminale che ha riversato, illecitamente, un’enorme quantità di rifiuti nell’agro di Manfredonia e di altre zone della provincia dauna, con la complicità di una società di servizi ambientali di San Severo (FG) – La Lufa Service, srl – attraverso l’impiego di automezzi dell’impresa Pulitem di Casalnuovo di Napoli.
Questo lo schema con cui si svolgeva l’attività delittuosa: i rifiuti, provenienti dalle province di Napoli e Caserta, venivano dapprima convogliati presso la Lufa Service -con quantitativi assolutamente superiori rispetto a quanto consentito dall’’autorizzazione provinciale- per essere successivamente smaltiti (dopo una mera parvenza di trattamento di compostaggio) su terreni che venivano, di fatto, utilizzati come discariche- nella disponibilità della stessa Lufa Service ovvero di terzi rivelatisi, talvolta, soggetti compiacenti.
Il totale del materiale illecitamente sversato, dal 2010 al 2014, è stato quantificato nell’ambito di un range che raggiunge, come previsione massima, il quantitativo di 100mila tonnellate. Episodi di corruzione vedono inoltre coinvolto un pubblico ufficiale, dirigente di una Unità Operativa Complessa dell’Arpa Puglia.