In occasione della quinta edizione della Giornata europea della musica antica, l’Università di Foggia apre le porte della Chiesa di San Giovanni di Dio (adiacente al Dipartimento di Studi Umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della Formazione, in via Arpi a Foggia).
Occasione rara, che l’Università di Foggia ha tuttavia concesso alla Camerata Musica Antiqua dei maestri Pasquale Rinaldi (flauto dolce) e Mauro Del Grosso (liuto) in occasione dell’edizione locale della rassegna, in programma martedì 21 marzo p.v. alle ore 17.30.
«Un’occasione rara – argomenta il Prorettore e Delegato alle Politiche culturali dell’Università di Foggia, prof. Giovanni Cipriani – che potrebbe offrire lo spunto per una riflessione più ampia, sulla destinazione, diciamo così “laica”, del luogo in cui stiamo per andare a proporre una parte importante della musica antica di questo Continente. E cioè sul suo utilizzo, sulla possibilità di far diventare la Chiesa di San Giovanni di Dio un importante contenitore culturale della città. Un luogo che, usato con cautela e attenzione, potrebbe ospitare le proposte culturali che lo meritano e orbitare intorno alla Terza Missione dell’Università di Foggia».
Il programma prevede l’esecuzione di brani tratti da “La follia dell’amore” (musiche di G. Caccini, T. Merula, G. Frescobaldi, C. Monteverdi) e l’esposizione della dott.ssa Anna Di Giglio (del Dipartimento di Studi Umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della Formazione) su uno dei temi più importanti della musica antica: “Non per voce sola”.
Quindi il prof. Giovanni Cipriani parlerà della figura emblematica di Nicholas Lanier (cantore, liutista, musicista e pittore inglese vissuto tra il 1588 e il 1666) all’interno della sua lectio intitolata “Nicholas Lanier, Hero and Leander (1628)”: due figure protagoniste nella narrazione della mitologia greca, la cui storia è stata più volte tradotta in musica ma mai con le fortune, e soprattutto con gli esiti, ottenuti da Nicholas Lanier.
«Per quanto riguarda l’Università di Foggia – conclude il prof. Cipriani – si apre uno scenario nuovo, che non riguarda solo l’eventuale utilizzo della Chiesa di San Giovanni di Dio ma soprattutto il rapporto con realtà ed entità culturali del territorio che vogliono cimentarsi con la storia, con le radici culturali della nostra civiltà, e che quindi hanno necessariamente bisogno del ruolo e delle competenze dell’Ateneo. Noi siamo a disposizione di tutti, a patto che le proposte siano all’altezza e soprattutto in sintonia con la cifra della ‘ricerca’, una cifra che si attaglia perfettamente all’Università».
Quella del 21 marzo può essere ritenuta, in qualche modo, una specie di anticipazione rispetto all’altro grande appuntamento che riguarderà da vicino l’Università di Foggia – e il Comitato scientifico che coordinando il lavori per le celebrazioni del 150esimo anniversario della nascita di Umberto Giordano – e il suo ruolo di connessione tra ricerca e territorio. Il riferimento è alla preziosa collaborazione che l’Ateneo, sempre attraverso il prof. Giovanni Cipriani, sta fornendo per l’allestimento e soprattutto per la corretta fruizione dell’operetta “Giove a Pompei” (libretto di Luigi Illica ed Ettore Romagnoli, musiche di Umberto Giordano e Alberto Franchetti) che, su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, verrà eseguita in versione moderna – sostanzialmente per la prima volta in tutto il mondo – proprio a Pompei (oltre che a Foggia) verosimilmente la prossima estate (il calendario degli appuntamenti del 150esimo anniversario della nascita di Umberto Giordano è tutt’ora in corso di allestimento).