In occasione dell’8 marzo 2017, il sindacato invita tutti a riflettere sulla centralità del lavoro femminile nella costruzione e per lo sviluppo dell’Europa. Foggia, 7 marzo 2017 – “Le donne sono il cuore dell’economia europea”. Con questo slogan, la Cisl, unitamente alle altre Confederazioni sindacali italiane, ha scelto di aderire alle iniziative promosse dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES), in occasione delle celebrazioni per la Giornata Internazionale delle Donne. “Quest’anno, il tema individuato dalla Confederazione Europea dei Sindacati – afferma Carla Costantino, segretario territoriale è quello della disparità salariale tra uomini e donne. Contro questa odiosa problematica, che affligge il mondo del lavoro in tutta l’Unione Europea, ed in particolare in territori economicamente disagiati come il nostro, è stato deciso – prosegue la dirigente Cisl – di unire tutte le forze sindacali europee per dare maggiore incisività all’iniziativa a favore delle donne, dentro e fuori i singoli confini nazionali”. Pertanto, in occasione dell’8 marzo 2017, “vogliamo accendere i riflettori – aggiunge Carla Costantino – sulla centralità del lavoro femminile nella costruzione e nello sviluppo dell’Unione Europea. Con questo obiettivo, il sindacato intende richiamare, ancora una volta, l’attenzione delle Istituzioni, nazionali e locali, su questioni che, oltre a ledere i diritti delle donne nell’immediato, ne danneggiano gravemente ogni prospettiva futura di crescita e gratificazione personale e professionale”. A tal proposito, la Cisl evidenzia che in media, in Europa, le donne guadagnano il 17 per cento in meno rispetto agli uomini. Uno dei motivi è che le donne hanno più difficoltà a conciliare impegni di lavoro e familiari. Di conseguenza, sono loro soprattutto a scegliere il lavoro a tempo parziale e a interrompere continuamente la propria carriera, con conseguenze dirette e deleterie sui salari. “La parità di genere sul lavoro rimane, dunque, un tema cruciale per il sindacato nella lotta contro le discriminazioni che colpiscono le donne, tenuto conto del fatto che una sua sostanziale riduzione, oltre a rilanciare i consumi e l’economia, eliminerebbe un’altra disparità, direttamente collegata alla prima, il gap pensionistico che vede nel nostro Paese le donne percepire un assegno di pensione inferiore di circa il 30% rispetto agli uomini”.