Sta accadendo quello che temevamo, troppe le anomalie e gli errori del sistema che ha gestito le operazioni di trasferimento; il tentativo di rimediare “caso per caso” risolve solo in minima parte il problema dei tantissimi docenti ingiustamente penalizzati. Lo abbiamo sempre detto, anche ribattendo a chi si è consentito, su disagi veri e pesanti, di fare battute ingenerose e superficiali: nessuno pretende il lavoro sotto casa, ma chi deve allontanarsi dalla famiglia, in età non sempre giovanissima, e stabilirsi a centinaia di chilometri di distanza da casa, deve essere assolutamente certo della correttezza delle procedure che lo riguardano.
Questa certezza oggi non c’è, e si tratta di una situazione inaccettabile che va assolutamente sanata. Siamo tempestati di comunicazioni da tutti i territori, ai quali si stanno rivolgendo le persone cui viene in queste ore comunicata la possibile nuova destinazione, individuata per ciascuno attraverso tentativi di conciliazione che gli uffici scolastici effettueranno nelle prossime ore. Per molti non si è trovata soluzione, in tanti casi si è ben lontani dal vedere ripristinati i propri diritti. E siamo solo al settore della primaria: se il buon giorno si vede dal mattino non c’è proprio da farsi illusioni.
Appare sempre più evidente che l’unico rimedio a questo enorme pasticcio è solo il totale rifacimento delle operazioni, garantendo la piena coerenza del sistema informatico con le regole definite nel contratto sulla mobilità e ripristinando per tutti il diritto eventualmente leso. Una soluzione che avevamo indicato da subito, ma che i vertici del MIUR si sono rifiutati di prendere in considerazione, tentando di minimizzare la portata del problema e attestandosi su una difesa ostinata e miope del proprio operato. Un comportamento che dimostra poco senso della realtà e scarsa capacità di governo: non è in questo modo che si può gestire la complessità di un servizio fondamentale come il sistema di istruzione, né favorire un sereno avvio dell’anno scolastico.