L’operazione che in queste ore ha visto l’impiego massiccio delle forze dell’ordine è relativo all’esecuzione di un’ordinanza di sgombero di un immobile del Comune di San Severo occupato abusivamente in via Demanio, contrada San Ricciardo e, quindi, volta innanzitutto al ripristino di una condizione di legalità.
Lo sgombero, inoltre, fa parte di un piano di più ampia portata finalizzato una volta per tutte a risolvere il problema del cosiddetto “Ghetto di Rignano” ubicato in agro di San Severo in cui vivono centinaia di braccianti extracomunitari, con notevoli problemi igienico-sanitari e di sicurezza.
Tale piano è stato ed è fortemente voluto e diretto dalla Regione Puglia e della Prefettura di Foggia e prevede la chiusura del “Ghetto” e l’allocazione di alcuni immigrati con regolare permesso di soggiorno sui territori dei Comuni della provincia di Foggia anche attraverso l’utilizzo di strutture pubbliche. Difatti i circa 70 immigrati che saranno accolti nella struttura consegnata alla Regione, sono tutti in possesso di regolare permesso di soggiorno ed in regola con gli obblighi sanitari.
In tal senso, il Comune di San Severo ha consegnato alla Regione Puglia la struttura sgomberata e, infatti, oggi la stessa struttura è presidiata dalla protezione civile Regionale in attesa che si sottoscriva una convenzione tra la Regione e il Comune di San Severo che recepisca diritti e doveri delle parti.
Si tiene a precisare che l’intera operazione è finanziata dalla Regione e prevedrà, così come concordato ai tavoli tecnici in prefettura, il coinvolgimento del mondo dell’associazionismo e del terzo settore in generale.
È bene ricordare che il cosiddetto “Gran Ghetto” è ubicato nel territorio del Comune di San Severo ed ogni anno allo stesso Comune presenta un conto salato sia dal punto di vista d’immagine che economico. Oltre ai fatti di cronaca di cui abbiamo letto e visto in TV, l’Ente Comune di San Severo per legge eroga alcuni servizi che costano.
Al di là delle facili e miserevoli strumentalizzazioni, la chiusura del “Gran Ghetto” è un’operazione giusta che va fatta, sebbene le modalità di realizzazione siano impopolari. Se la Prefettura e la Regione Puglia, insieme ai Comuni della provincia, riusciranno in tale operazione, sarà un vantaggio per tutti, una vittoria delle istituzioni, dello Stato sul degrado. Sarà un vantaggio anche per il Comune di San Severo che non avrà più sul proprio territorio una situazione pericolosa e pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Oggi, il Comune di San Severo ha fatto quello che le istituzioni – Prefettura e Regione Puglia -, hanno chiesto per risolvere un problema di portata nazionale incancrenito da decenni, legalità relativa a fenomeni di sfruttamento dei lavoratori, caporalato, prostituzione, riduzione in schiavitù! Non potevamo volgere lo sguardo altrove! Auspichiamo e pretendiamo vivamente che ognuno faccia la propria parte e che lo scambio di attenzioni sia reciproco, perché la sicurezza è un diritto e non un optional sia che riguardi il “Gran Ghetto” sia che riguardi i cittadini sanseveresi.
Papa Francesco qualche giorno fa ha affermato che ‘Il sapere è una via privilegiata per lo sviluppo integrale della società e l’essere migranti in un Paese diverso dal proprio, in un altro orizzonte culturale permette di apprendere nuove lingue, usi e costumi, consente di guardare il mondo da un’altra prospettiva e di aprirsi senza paura all’altro e al diverso. Questo porta chi accoglie a diventare più tolleranti ed ospitali, aumentando le capacità relazionali cresce la fiducia in sé stessi e negli altri, gli orizzonti si espandono, la visione del futuro si amplia e nasce il desiderio di costruire insieme il bene comune”.
Chi rifiuta, per ignoranza o miopia, di vivere nel mondo attuale dovrebbe provare a leggere con attenzione queste e le altre parole che il Santo Padre pronuncia ormai quotidianamente al mondo intero.
Prendiamo con forza le distanze da polemiche di stampo indubbiamente razzista che alcuni esponenti politici hanno utilizzato in queste ore per alimentare allarmi inesistenti, nonché da chi crede di poter aumentare il proprio consenso cavalcando paure, dietrologie e mistificazioni.