Cinque assoluzioni, otto non luogo a procedere e un rinvio a giudizio per uno solo degli accapi contestati. E’ l’esito del processo per il fallimento di Amica l’azienda municipalizzata che si occupa dell’igiene urbana fallita nel 2012 dopo aver contratto un debito che si aggirava intorno ai 60milioni di euro. Lo ha deciso il gup del tribunale di Foggia questa mattina che ha assolto Giovanni Ricci, Michele Simone, Saverio Balestrucci, Michele Milano e Lucia Murgolo. Non luogo a procedere per Pasquale Santamaria, Elio Aimola, Maria Teresa Zingrillo, Raffaele Brigida, Fabrizio Cangelli, Mario Mancaniello, Giuseppe Salvato, Leonardo D’Aiuto. Aimola è stato rinviato a giudizio per solo un degli accapi contestati. Secondo la tesi dell’accusa e dell’indagine della Guardia di Finanza del 30 gennaio del 2014 , gli imputati erano accusati – a vario titolo – di falso in bilancio, bancarotta fraudolenta e distrazione di fondi pubblici. Tra le contestazioni dell’accusa quella di “aver omesso di richiedere il pagamento delle somme dovute dal Comune per il conferimento e il trattamento dei rifiuti, mai pagate all’Amica, e d’aver omesso qualsiasi azioni a tutela di questi crediti verso il Comune”.