Dopo le numerose segnalazione da parte dei sindaci dei comuni del Subappennino Dauno – Carlantino, Celenza Valfortore, San Marco la Catola e Motta Montecorvino – per lo scarso funzionamento del servizio del recapito della posta per conto di Poste Italiane, qualcosa è iniziato a muoversi, tanto da far arrivare la delicata questione in Parlamento. Inizia così lo sfogo del sindaco di Carlantino Vito Guerrera.
“I senatori Campanella e Bocchino, grazie all’intermediazione di Rifondazione Comunista, si sono rivolti al Ministro dello sviluppo economico, evidenziando che Poste Italiane prevedeva la chiusura in 5 anni di ben 455 uffici considerati non economici”.
Dopo la protesta dello scorso 19 gennaio – quando i sindaci dei 4 comuni dei Monti dauni invitarono le autorità a prendere i dovuti provvedimenti – la risposta di Poste Italiane. “Una risposta che lascia davvero l’amaro in bocca e un retrogusto particolare di presa in giro”, scrive Guerrera.
“Il servizio di consegna – scrive l’azienda – è stato regolare fino al 2016 e ha subito un rallentamento a causa delle condizioni meteo avverse di gennaio 2017. Il servizio non è mai stato interrotto e le code di lavorazione sono state tempestivamente affrontate per garantire tempestività nelle consegne. Si segnalano l’assenza diffusa della numerazione civica e delle cassette postali presso le abitazioni accessibili ai portalettere sulle quali devono essere indicati i possibili destinatari”.
I sindaci sono ora in attesa della risposta del MiSE: “Non vogliamo e non dobbiamo essere trattati come cittadini di serie B solo perché viviamo nelle periferie”, ha dichiarato il sindaco di Carlantino Vito Guerrera.