Il recente proliferarsi di comunicati stampa e articoli di giornale contenenti inesattezze e fatti non corrispondenti a verità sulla vicenda Don Uva Paolo Telesforo e Michele D’Alba, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Universo Salute hanno deciso di puntualizzare e precisare il reale contenuto della bozza di accordo sindacale da loro predisposta affinché ai lavoratori del Don Uva giungano le informazioni giuste e non viziate da interpretazioni falsate della realtà.
A) Mancata Conservazione degli “emolumenti” acquisiti. In merito a quanto riportato in alcune notizie, ovvero che i sindacati Fials, Fsi, Ugl e Usb di Bisceglie lamenterebbero la mancata conservazione degli “emolumenti” acquisiti negli anni, occorre chiarire che la parola “emolumenti” si presta a spiacevoli equivoci. Sarebbe opportuno utilizzare i termini corretti, ovvero parlare di Superminimi e Assegni ad personam aggiuntivi rispetto a quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale e a quanto percepito dagli altri lavoratori del Don Uva. Tale somme, che si discostano appunto dal contratto collettivo, riguardano solo un numero circoscritto di lavoratori, circa 200/300 unità rispetto ai circa 1600 occupati totali. Universo Salute, sin dal primo momento, ha dichiarato che il riconoscimento dei superminimi e assegni ad personam non erano compatibili con la sostenibilità economico finanziaria del rilancio del Don Uva.
B) Assunzione subordinata a visita medica. Nessuna “subordinazione” extra legem è prevista dall’accordo da noi presentato. Le visite mediche sono rese obbligatorie dalla legge di riferimento per la verifica dell’idoneità psicofisica del lavoratore alla mansione prevista contrattualmente. Pertanto si ribadisce a chiare lettere che non vi è nessuna condizione sospensiva dell’assunzione del lavoratore a seguito di visita medica.
C) Dubbi sulla capacità economica di Universo Salute a soddisfare i crediti pregressi dei lavoratori. Non sarà Universo Salute che dovrà soddisfare i crediti pregressi dei dipendenti del Don Uva, bensì la Casa della Divina Provvidenza in A.S. Infatti, in base al D.lgs. 270/99 il contratto tra cedente (CDP in A.S.) e cessionario (Universo Salute S.r.l.) stabilisce che “tutti i debiti sorti anteriormente alla data di efficacia del contratto, continueranno a competere e gravare esclusivamente sulla Congregazione e dovranno essere accertati in base alla procedura prevista dagli articoli 93 e seguenti della legge fallimentare.
In conclusione, spiegano ancora Telesforo e D’Alba, l’accordo proposto da Universo Salute si basa essenzialmente su 3 punti:
1) Piena salvaguardia di tutti i lavoratori (sia a tempo determinato che a tempo indeterminato) in carico alla CDP in A.S. al momento della cessione, con stesso contratto collettivo, stesse qualifiche, monte ore e mansioni preesistenti.
2) Mantenimento art.18 e applicazione della disciplina ante JOBS ACT in caso di rapporto ex novo con ogni lavoratore.
3) Non presa in carico di quegli elementi della retribuzione eccedenti quanto previsto dai contratti collettivi nazionali applicati.
Per tutto quanto non espressamente previsto si farà invece capo alla normativa specifica di settore.Tutto quanto sopra premesso, come già ribadito in innumerevoli occasioni in ogni contesto e tempo, pur augurandoci di addivenire alla conclusione della procedura con la firma dell’accordo da noi proposto da parte di tutte le sigle sindacali, se ciò non dovesse avvenire e all’ipotesi del fallimento subentrasse una via alternativa istituzionale che passi attraverso le Regioni di competenza, Universo Salute è disposta a fare un passo indietro nel primario interesse della tutela di tutti i lavoratori e della salvaguardia del Don Uva.