“Arrestare e condannare i caporali non basta. Bisogna combattere il fenomeno del capo-ralato all’origine, colpendo le aziende agricole che violano le norme sul lavoro e li utilizzano per reclutare mano d’opera a buon mercato”. Lo hanno affermato l’on. Colomba Mongiello, componente della Commissione Agricoltura della Camera, e l’on. Ludovico Vi-co, componente della Commissione Attività produttive di Montecitorio, intervenendo in Aula sulla proposta di legge contro il caporalato “in cui sono confluiti anche i testi sotto-scritti dai parlamentari pugliesi del PD”.
“Siamo convinti che la legalità, oltre ad essere un valore, deve essere una scelta conve-niente per le imprese e per i lavoratori. Solo così potrà essere sconfitto chi alimenta questo immondo business criminale.
E’ sacrosanto rafforzare il profilo sanzionatorio con la restituzione dei contributi pubblici o la confisca dei beni in danno delle aziende che utilizzino i caporali e sfruttino i lavoratori, come previsto da disegno di legge sostenuto con forza dal Governo.
Ed è doveroso mettere a valore, anche economico, il rispetto delle norme e l’adesione ad una visione etica della produzione agricola.
Per questo chiediamo che le attività di controllo si concentrino sulle aziende che inquinano il mercato del lavoro, non su quelle che hanno aderito alla ‘rete di qualità’ dimostrando di avere tutti i requisiti per farlo.
Alle aziende sane bisogna garantire il supporto previsto dalle norme del ‘collegato agricolo’ in tema di servizi e trasporto e non ancora rese operative dalle Prefetture.
Il made in Italy è sinonimo di qualità perché ci sono filiere produttive capaci di valorizzare tradizioni, competenze e capacità di cui sono portatori anche i lavoratori.
Il disegno di legge riconosce che produrre cibo ha un valore sociale enorme – concludono Mongiello e Vico – E’ sul radicamento di questo concetto nella cultura economica che dobbiamo lavorare, oltre che sulla prevenzione e la repressione, per cancellare la vergo-gna del caporalato e dei ghetti di braccianti senza diritti”.