Un’altra area di faggeta vetusta della Foresta Umbra si candida ad essere riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio naturale dell’Umanità, aggiungendosi così a quella che nel 2017 ha già ottenuto l’importante riconoscimento. Il Parco Nazionale del Gargano tenta il bis con un dossier che raccoglie anche le candidature di altre due faggete italiane ricadenti nel Parco Nazionale del Pollino e del Parco Nazionale dell’Aspromonte.
“Speriamo vivamente che questo nuovo processo possa avere un esito favorevole – dichiara il Presidente del Parco Nazionale del Gargano Pasquale Pazienza – perché rappresenterebbe un importante riconoscimento per gli sforzi che l’Ente Parco profonde a vantaggio del territorio. L’auspicio è che, a procedura positivamente conclusa, anche la nuova quota di faggete vetuste possa essere sottoposta ad un’accurata conservazione al pari di quanto già oggi si verifica nelle aree di Umbra e Falascone, dove opera il reparto dei Carabinieri Forestali del reparto UTB, a cui va il ringraziamento più sincero per la loro incessante attività in favore della tutela di questo immenso patrimonio forestale, capace di produrre significativi servizi ecosistemici tra cui la cattura e lo stoccaggio del carbonio tanto importante per mitigare gli effetti associati ai cambiamenti climatici”.
Il dossier, che coinvolge anche altri otto Paesi (Bosnia-Erzegovina, Francia, Montenegro, Repubblica Ceca, Macedonia del Nord, Polonia, Serbia, Svizzera), è stato consegnato presso la sede UNESCO di Parigi e prevede l’ingresso, nella rete che attualmente protegge l’integrità di 78 foreste vetuste estese di 12 Paesi Europei, anche delle foreste vetuste della Regione Puglia e della riserva statale “Sfilzi” dei Carabinieri – Reparto Biodiversità di Foresta Umbra, che andrebbero a connettersi al nucleo delle riserve di ‘Falascone’ e ‘Umbra’, già riconosciuto nel 2017.
‘L’ampliamento in Foresta Umbra – spiega Alfredo Di Filippo, docente di Botanica dell’Università della Tuscia e coordinatore del dossier per il Parco – consentirà di includere lembi di foresta vetusta unici che ospitano alberi e liane di dimensioni ed età eccezionali per il Mediterraneo e di congiungerli a quelle foreste ad elevata biodiversità che distinguono il Gargano come isola biogeografica unica in Europa e nel Mondo. Proteggere questi ecosistemi nella loro integrità, oltre a conservare la loro inestimabile ricchezza biologica, è il principale strumento che abbiamo per sottrarre enormi quantità di carbonio all’atmosfera e contrastare efficacemente i cambiamenti climatici”.
Il dossier verrà esaminato da una commissione UNESCO che nel prossimo autunno invierà sul Gargano gli ispettori dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), la cui visita sarà determinate per il responso finale.