LUCERA (Fg) “Siamo molto soddisfatti, nonostante le condizioni del tempo siano state incerte, soprattutto nella seconda serata, la Festa del Cacc’e Mmitte si è confermato un appuntamento atteso e partecipato con visitatori da tutta la Capitanata e da oltre provincia”. E’ Alberto Longo, presidente del Consorzio Cacc’è Mmitte, a tracciare un bilancio della seconda edizione della Festa. “E’ stata venduta la stessa quantità di sacchette con calice della scorsa edizione, circa 1000 unità, ma naturalmente le persone che hanno effettivamente partecipato al percorso sono state molte di più”, ha aggiunto Longo. “Un ringraziamento va alla delegazione AIS di Foggia che, con i suoi sommelier, ha svolto con grande professionalità il proprio compito dando un contributo determinante alla riuscita delle tre serate. Crediamo sia un dato molto positivo avere confermato e ampliato il successo dello scorso anno, creando in Piazza Duomo un afflusso di persone superiore a quello della scorsa edizione”, ha dichiarato il presidente del Consorzio. “Ringraziamo l’Assessorato regionale all’Agricoltura, il Comune di Lucera, le Forze dell’Ordine e gli sponsor che ci hanno sostenuto: Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare di Bari, Banca Popolare di Milano, Marino Automobili, SEI Società Energia Italia, Di Leo Il Forno dei Desideri, Divella, Selezione Casillo e AIS Associazione Italiana Sommelier”. La Festa del Cacc’è Mmitte, da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre, ha offerto un percorso di degustazioni e diversi spettacoli con il cabaret di Santino Caravella, il concerto di Tony Esposito, gli spettacoli di Caroselli Live Band e di Emanuela Aureli. La grande musica dei Beatles, reinterpretata dalla Jazz Studio Orchestra, il concerto di Moreno e il dj set di Marco Guacci e Claudia Cesaroni di Radionorba sono stati i magnifici protagonisti della serata finale. Il Consorzio, riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, e la Festa sono nati per valorizzare il Cacc’e Mmitte, un vino rosso DOP, che probabilmente “deve il suo nome dialettale – si legge sul sito vinidipuglia.com di Unioncamere e Regione Puglia – all’antica procedura di vinificazione: i proprietari delle tipiche masserie provviste di vasche per la pigiatura dell’uva davano in affitto le attrezzature per la vinificazione e le operazioni dovevano terminare entro la giornata di fitto per lasciare libere le attrezzature all’utilizzatore successivo. Pertanto un affittuario toglieva il mosto appena prodotto dalle vasche della tenuta (“cacce”) per portarlo nelle proprie cantine, e un nuovo affittuario versava nelle vasche (“mmitte”) la propria uva da pigiare. L’area delimitata dal disciplinare, quasi esclusivamente legata al Comune di Lucera, è caratterizzata da un suolo argilloso o argilloso/limoso che possiede un’elevata capacità idrica a cui fa riscontro una bassa velocità di infiltrazione; si tratta pertanto di terreni con media capacità produttiva. Il vino si ottiene principalmente utilizzando uve Nero di Troia e, in quantità inferiori, Montepulciano, Sangiovese e Malvasia nera. È obbligatoria una piccola percentuale di blend con uve a bacca bianca e specificatamente Trebbiano, Bombino bianco e Malvasia bianca. Il Consorzio, nato per rilanciare anche qualitativamente la produzione del Cacc’e Mmitte, è formato dalle Cantine Alberto Longo, Paolo Petrilli, La Marchesa, Masseria nel Sole, Agricola Paglione e Svevo. Il Cacc’e Mmitte, anche grazie all’azione del Consorzio, ha ottenuto il riconoscimento dell’eccellenza nella prestigiosa guida Vinibuoni d’Italia (vinibuoni.it), unica, nel panorama italiano e internazionale perché è la sola dedicata ai vini nati da vitigni autoctoni, cioè a quei vini prodotti al 100% da vitigni che sono presenti nella Penisola da oltre 300 anni. La qualità del Cacc’e Mmitte, inoltre, è riconosciuta e recensita nella prestigiosa guida Slow Wine edizione 2017. “Il nostro Consorzio sta lavorando alla valorizzazione di questo vino che è anche un tratto distintivo della storia e dell’identità culturale di Lucera”, ha spiegato il presidente Alberto Longo. “E’ un processo piuttosto lungo e complesso, ma stiamo lavorando da un lato per modificare il disciplinare, dall’altro per la produzione di un Cacc’e Mmitte a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, con rese di 70 quintali per ettaro”.