«A Foggia occorrono controlli più stretti ed efficaci sull’applicazione dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri emanati in questi giorni per evitare la diffusione del contagio del Covid-19».
L’appello giunge dal Consigliere comunale della Lega Alfonso Fiore, che fa proprie le istanze di diversi cittadini abitanti del “Quartiere Ferrovia” i quali stanno lamentando la totale mancanza di verifiche sull’applicazione delle norme in quella zona della città.
«Mi hanno segnalato – prosegue Fiore – diversi casi di assembramenti di numerose persone, sia presso il centro di servizi telefonici che nei negozi di generi alimentari, che ignorano totalmente le norme igieniche che non solo ci sono state suggerite da settimane ma che ora sono diventate prescrizioni obbligatorie con il provvedimento governativo. Non si osservano turni per entrare nei negozi in modo da non creare eccessiva vicinanza tra i clienti o tra questi e gli esercenti e non si indossa alcuna protezione individuale, come mascherine o guanti, che potrebbe prevenire il diffondersi nell’area di veicoli utili alla diffusione dei virus. Oltre ad essere potenziali e molto pericolose fonti di contagio, queste situazioni sono inaccettabili in un contesto cittadino in cui gli altri esercizi commerciali stanno osservando rigidamente i precetti emanati dal Governo. Io stesso ho avuto modo di verificare il rispetto delle regole nei negozi in cui mi sono recato per fare la spesa o anche solo nei bar dove ho preso un caffè negli ultimi giorni. Ieri, sempre al “Quartiere Ferrovia” è prima dovuta intervenire la Polizia Comunale per sciogliere i gruppi di persone che si affollavano davanti ai negozi e per intimare ai gestori di far rispettare le prescrizioni sul contingentamento degli ingressi. Appena andati via i Vigili, i gruppi si sono formati di nuovo e i cittadini hanno dovuto chiamare i Carabinieri che sono arrivati sul posto e ci sono rimasti a lungo per verificare l’osservanza delle norme. Nel pomeriggio, ho fatto un giro io stesso nelle strade del quartiere e ho verificato che, grazie anche alla presenza di una pattuglia dell’Arma, la situazione sembrava tornata nei limiti delle prescrizioni dei Decreti in vigore. Questa mattina, però, dopo un altro giro nella zona, ho appurato che i Decreti del premier Conte vengono ancora ripetutamente violati, dato che non sono state sospese diverse attività commerciali al dettaglio che non sono di primaria necessità, che si formano ancora gruppi di persone che all’apparenza non sono in giro per i motivi previsti dalle norme e che non si rispettano le distanze interpersonali all’interno degli esercizi commerciali».
«Non capiamo – aggiunge il Consigliere Fiore – l’utilità di queste “strette” imposte dall’Esecutivo per prevenire il dilagare dell’epidemia di Covid-19, che sta già mettendo in seria difficoltà il nord Italia, quando si tollerano queste aree di totale anarchia che vanificano gli sforzi dell’intero Paese per contenere i danni. La Legge, se niente è cambiato nel nostro sistema giudiziario, è uguale per tutti, quindi non si devono concedere comportamenti illeciti impuniti che mettono a rischio la salute pubblica, anche per un rispetto a chi le norme le applica».
Per questo motivo, il Consigliere Fiore intende chiedere al Sindaco di Foggia l’applicazione sull’intero territorio cittadino di controlli serrati e continui, relativi all’applicazione delle norme “anti-Coronavirus”, con una particolare attenzione per quel quartiere in cui sono già stati segnalati clamorose violazioni.
«Tenuto presente che molti Foggiani, in queste ore, sono stati giustamente sottoposti ai controlli, in strada e nei negozi, da parte delle forze dell’ordine, che stanno facendo un ottimo lavoro per garantire la nostra sicurezza anche dal punto di vista sanitario, chiediamo che anche il Sindaco, in qualità di massima autorità sanitaria sul territorio comunale, preveda opportune iniziative di controllo sul comportamento degli esercizi commerciali del “Quartiere Ferrovia”, nell’interesse comune di preservare la città da una pericolosa diffusione del morbo e per evitare – conclude Fiore – l’impressione dell’assenza delle istituzioni, locali e statali, su un tema così fondamentale in un territorio già alle prese con altri importanti problemi».