Si chiude una settimana importante per la cerealicoltura italiana e pugliese in particolare.
La Cia – Agricoltori Italiani di Puglia esprime doppia soddisfazione.
Prima per l’approvazione avvenuta ieri, in Conferenza Stato Regioni, del decreto che fissa criteri e modalità di ripartizione delle risorse del fondo di 10 milioni di euro, inserito nel decreto legge enti locali, dello scorso luglio, dedicato ad interventi a sostegno del comparto cerealicolo.
E poi per l’approvazione in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati della risoluzione a sostegno della cerealicoltura nazionale, avvenuta lo scorso 28 settembre.
Il decreto prevede l’aiuto, concesso in regime de minimis, pari a 100 euro per ettaro per le imprese che operano nel settore cerealicolo, le quali hanno così anche l’opportunità di incrementare qualità e la produttività delle coltivazioni, contribuendo al rafforzamento di tutta la filiera cerealicola, nel medio-lungo periodo.
La risoluzione approvata dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati prevede, invece, che il grano italiano dovrà essere tracciato e l’origine indicata in etichetta e non solo. La risoluzione prevede anche il “piano proteico nazionale”, con il sostegno alle sinergie e all’aggregazione economica tra i diversi operatori, con la valorizzazione di produzioni di qualità e salubri puntando su ricerca e innovazione per l’ammodernamento della filiera, implementazione di logistica e stoccaggio e valorizzazione del prodotto italiano all’origine, con classi che includano, oltre al glutine, anche caratteristiche chimiche e microbiologiche (come contenuto di micotossine, residui di erbicidi quali il glifosato, pesticidi, metalli pesanti e radioattività). Oltre a ciò la risoluzione prevede l’incremento di risorse da destinare al sostegno degli accordi di filiera e ad attivare una Commissione unica nazionale per il mercato dei cereali.
“Quella del 2016 passerà alla storia come la estate della crisi del grano e della nostra importante mobilitazione a favore dei cerealicoltori – commenta Raffaele Carrabba, presidente regionale della Cia – Agricoltori Italiani di Puglia – per denunciare l’immissione nel mercato di ingenti quantità di grano importato dall’estero che ha provocato il tracollo dei prezzi aumentando a dismisura il già ampio divario tra costo del frumento e prezzo del pane e della pasta. Nell’ultimo anno nei porti pugliesi sono arrivate oltre 2 milioni di tonnellate di grano estero”.
Il grano duro nelle scorse settimane è stato pagato in Puglia 18 euro al quintale, largamente al di sotto dei costi produttivi, e con perdite fino al 50% sulla scorsa campagna. Il prezzo del grano nel 2016 è stato in sostanza lo stesso pagato 25 anni fa, con 100 chili di frumento che hanno avuto un valore pari a 5 chili di pane.
Il raccolto di 6 ettari seminati a grano è bastato appena per pagare i contributi di una famiglia media agricola. Le aziende sono state oggetto di una speculazione senza precedenti, con un sistema industriale e commerciale che ha imposto ai produttori condizioni inaccettabili.
Ma se gli agricoltori ci hanno perso, a guadagnarci da questa situazione sono state solo le grandi multinazionali che hanno importato grano dall’estero per produrre all’insegna di un’italianità che non è reale, senza preoccuparsi di cosa conterrà la farina e di cosa mangeranno le famiglie.
“Esprimiamo, dunque, soddisfazione sia per l’approvazione del decreto di ripartizione delle risorse, e per questo ringraziamo l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, nella sua qualità di coordinatore della Commissione Agricoltura in Conferenza Regioni, e sia per l’approvazione, alla unanimità, in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati della risoluzione a sostegno della cerealicoltura nazionale, e ringraziamo tutti i parlamentari pugliesi che si sono impegnati per il raggiungimento di questo obiettivo. Si tratta di un primo e importante passo avanti che recepisce le nostre richieste – prosegue Carrabba -. Da tempo sosteniamo, infatti, l’importanza di mettere in atto strumenti per l’aggregazione della filiera e l’ottimizzazione della rete logistica per garantire competitività, di incentivare accordi e contratti di filiera capaci di garantire una più equa redistribuzione del valore. Da qualche mese, poi, abbiamo avviato la campagna di sensibilizzazione “Agricoltura Italiana 100%” a difesa del vero Made in Italy rivolta ai consumatori e a chi esercita poteri decisionali, con l’obiettivo di salvaguardare il valore terra e il patrimonio agroalimentare regionale e nazionale, e con lo slogan “Si chiama Spiga di Grano, è nata in Italia ed è buona” stiamo continuando a difendere il nostro grano e la nostra pasta. Pertanto – conclude il presidente regionale di Cia-Agricoltori Italiani – il garantire tracciabilità ed etichettatura lo riteniamo un valore aggiunto che tutela l’origine italiana del grano, del quale ne deve essere garantita la salubrità. Servono, infatti, maggiori garanzie a produttori e consumatori con l’incremento dei controlli sanitari e doganali, per scongiurare il rischio che in Italia siano importati cereali contaminati”.