“Purtroppo siamo stati facili profeti. Del resto, non era difficile, considerato l’atteggiamento della Regione Puglia sulla questione sanitaria, che prevede zero confronti e tante promesse. Puntualmente non mantenute”.
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e Giuseppe Vatinno, Segretario generale della UIL FPL Puglia, fanno notare che “la Regione Puglia aveva assunto l’impegno di ripristinare, in autunno, l’organizzazione sanitaria stravolta unilateralmente, sempre da parte della Regione, dal mese di giugno, riaprendo dunque quei Pronto Soccorso e quei reparti chiusi in vista della stagione estiva e delle ferie per il personale. Invece apprendiamo che non sarà così, ma che il piano estivo sarà prorogato a un indecifrabile ‘data da destinarsi’. Molti reparti rimarranno chiusi, spariranno tanti pronto soccorso – senza dimenticare gli ulteriori tagli, già annunciati, di 24 punti di primo intervento – resteranno disagi immensi per i cittadini, in barba agli accordi assunti anche dinanzi alle istituzioni. Intanto, anche l’Ares (Agenzia Regionale Sanitaria) bacchetta duramente la Regione a causa di macchinari mal funzionanti o mancanti, in particolare gli acceleratori utili alla cura dei malati oncologici. Una carenza che comporta perdite milionarie e mobilità passiva per la Regione Puglia, che ad eccezione della Calabria, detiene il record nazionale negativo di rapporto acceleratori/abitanti (4,89 ogni milione). Eppure, i casi di tumore in perenne aumento e le tante emergenze ambientali che stanno avvelenando il territorio, imporrebbero un cambio di marcia deciso e immediato”.
“Più che di un piano di riordino, è un piano di disordine ospedaliero – attaccano ancora Pugliese e Vatinno – fatto di lacrime e sangue, ma senza criteri logici. La Regione Puglia aveva annunciato di voler riorganizzare la sanità senza sentire i campanili, ma l’impressione è che i campanili suonino ancora con vigore. Come spiegare, infatti, la presenza di posti letto in alcune zone dove, numeri alla mano, non se ne avverte l’esigenza? O la carenza di posti letto, di personale e di reparti fondamentali in altre province travolte da emergenze ambientali e sanitarie? O ancora l’assenza di alcuni reparti chiave sebbene previsti dal famoso DM70? Troppo facile prendersela con il governo e con i decreti ministeriali: la Regione Puglia si assuma le sue colpe e, finalmente, coinvolga con umiltà le organizzazioni sindacali, ad ogni livello, recependone le istanze al fine di porre rimedio a uno dei peggiori e più scriteriati piani di riordino della storia e di realizzare un sistema equilibrato che recepisca le reali esigenze dei cittadini pugliesi. La irresponsabile politica degli annunci e dello scarica barile, che non ha nessun vincitore e tante vittime, non può continuare per molto ancora”.