Fumagalli in Conferenza stampa

Sono venuto a Foggia consapevole di essere in una piazza prestigiosa, per portare questa squadra in categorie superiori.

La squadra ha dimostrato di avere carattere e c’è ancora da lavorare parecchio per arrivare all’obiettivo, le altre squadre hanno fatto acquisti importanti ma non sempre si vince così, sappiamo cosa dobbiamo fare, si vince con la forza del gruppo, sacrificio in settimana e tanta fame.
I campionati li vincono le squadre che prendono meno gol, chi ha piu solidità difensiva; grazie al mister che ha portato tanta esperienza.
Domenica affrontiamo una squadra che viene da una vittoria meritata ed in salute; noi dobbiamo entrare in campo solo per vincere, bisogna fare più punti possibili perché dopo affronteremo squadre superiori, cercheremo di far aumentare l’entusiasmo sugli spalti di Domenica in Domenica; bisogna essere concreti come stiamo facendo adesso, poi arriverà anche il bel gioco.
Dall’arrivo di mister Corda, abbiamo acquisito quella fame che era nascosta, siamo cresciuti, ed abbiamo margini di miglioramento.
Siamo consapevoli che domenica non ci sarà altro che la vittoria, noi siamo il Foggia e ancora non abbiamo fatto nulla; le guerre arriveranno a febbraio marzo, non deve passare che le due vittorie fatte siano un traguardo. La classifica va vista a gennaio e febbraio, è inutile guardarla adesso.
Domani vedremo come gioca il Gravina con il Mister e tutti i ragazzi, una squadra in salute con attaccanti che attaccano la profondità, verranno a Foggia per vedere il campo, altre soluzioni non ce ne sono.
È il mio carattere quello di scuotere la squadra, molti di loro sono giovani, sono consigli da mettere nel cassetto, serviranno nella loro lunga carriera, bisogna bastonare quando le cose vanno bene non quando vanno male, si recepisce  meglio il messaggio.
Tutto quello che ho perso l’anno scorso(Serie B a Piacenza) vorrei riprendermelo con gli interessi quest’anno. Avere il pubblico di Foggia dalla tua parte ti da tanta energia e passione, meritano altre categorie, non questa.
Vittorio Marcovecchio