FRATELLI D’ITALIA: “RADDOPPIO TERMOLI-LESINA, ENNESIMO TRADIMENTO PER IL SUD E LA PUGLIA”

Di seguito, una nota dei consiglieri regionali Erio Congedo, Giannicola De Leonardis, Luigi Manca, Renato Perrini, Francesco Ventola e Ignazio Zullo.

“L’ennesima beffa del governo a trazione Movimento 5 Stelle – PD al Mezzogiorno d’Italia e alla Puglia in particolare.
Il raddoppio della linea ferroviaria Lesina-Termoli non s’ha da fare, per citare Alessandro Manzoni, nonostante sia un’opera infrastrutturale attesa da decenni, per gran parte già finanziata e in attesa solo dell’inizio dei lavori, perché (stavolta) secondo una commissione tecnica ministeriale incaricata della Valutazione d’Impatto Ambientale provocherebbe seri problemi agli uccelli in zona. Più importanti, evidentemente, dei milioni di cittadini che viaggiano in un imbuto che vanifica ogni speranza di un collegamento moderno lungo la dorsale adriatica, con la definizione ‘alta velocità’ che diventa un ossimoro rispetto a una realtà mortificante e scandalosa.
Tra l’altro, l’opera rientra anche nell’elenco della priorità indicate dallo stesso esecutivo,  ma la fusione a freddo tra due anime unite solo dalla volontà di mantenere poltrone e potere continua a produrre risultati schizofrenici che continuano a penalizzare ancora una volta il Sud tradito, ingannato e sempre più isolato.
Uno scempio non più tollerabile, che rappresenta un insulto al buon senso e all’intelligenza, e l’ennesima condanna all’isolamento per un’area geografica sempre più ai margini (basti pensare ai collegamenti di Alitalia per gli scali pugliesi). Daremo battaglia in ogni sede istituzionale, per difendere il diritto all’esistenza del Mezzogiorno e della Puglia, che non merita di essere trascinata ancora una volta  a terra nel tiro alla fune tra due presunti alleati di governo, PD e 5 Stelle, in realtà divisi su tutto, che non hanno alcuna visione strategica in comune, e che rappresentano un’alleanza solo di facciata, legati solo dalla paura di tornare a casa. Tradendo non solo la volontà popolare, ma un Paese diviso a metà”.