Profondo rinnovamento del dipartimento di via Arpi, senza tradire la storia ma interpretando la modernità.
Il direttore: «Un percorso di crescita individuato insieme agli studenti, accogliendo le loro richieste e le loro esigenze
Studi umanistici si propone come vero laboratorio di talenti».
Il dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione cambia pelle, decide di rinnovarsi conservando patrimonio e tradizioni della cultura classica.
Un equilibrio delicato il cui confine, tuttavia, è stato rispettato portando il grande peso del passato dentro tecnologie e linguaggi del presente. «Un faticoso ma entusiasmante percorso di
crescita che abbiamo individuato insieme agli studenti e dopo aver consultato le parti sociali – spiega Sebastiano Valerio, direttore del dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali
e Scienze della formazione –, accogliendo le loro richieste ed esigenze Studi umanistici si propone adesso come un vero laboratorio di talenti».
Dal primo novembre, con l’inizio dell’anno accademico 2020/21, l’offerta formativa del dipartimento di Studi umanistici si arricchisce di tre nuovi corsi di laurea: due autentiche novità rispetto al passato e un curriculum fortemente innovativo all’interno di un corso già esistente. Si tratta del corso (triennale) in Lingue e culture straniere, di quello (sempre triennale) in Patrimonio e turismo culturale e del nuovo curriculum in Cultura digitale all’interno dei corsi di Lettere classiche e Moderne. «Non solo un arricchimento dell’offerta formativa – completa Valerio – ma un’opportunità che proviene dal confronto senza pregiudizi con la modernità convinti che l’incontro tra due mondi molto differenti possa determinare un valore aggiunto per i nostri studenti. Da queste considerazioni i due nuovi corsi di laurea, nella certezza di aver saputo interpretare il nostro tempo e la necessità di interagire con lingue e culture diverse, ma anche convinti
della necessità di dover cucire su misura per i nostri studenti un percorso adeguato alla valorizzazione e all’investimento tecnologico nei beni culturali e turistici».
Lingue e culture straniere (triennale).
Il corso in Lingue e culture straniere si pone l’obiettivo di formare laureati con un’ottima conoscenza di almeno due lingue straniere e dei rispettivi contesti storico-culturali. Articolato nei curricula Lingue e letterature straniere e Lingue per l’impresa e il turismo, il nuovo corso formerà la figura professionale di Esperto in Lingue e culture straniere che potrà svolgere: collaborazioni di carattere linguistico-culturale nelle relazioni internazionali, dell’editoria, dell’informazione, dei media, delle imprese, degli enti e del commercio a livello nazionale e
internazionale; servizi di intermediazione linguistico-culturale nel settore del turismo; servizi di assistenza linguistica nei procedimenti giudiziari; traduzioni (in ambito scientificodivulgativo, culturale, turistico, giuridico, letterario e tecnico) nel pubblico e privato.
Patrimonio e turismo culturale (triennale).
Patrimonio e turismo culturale promuoverà conoscenze e competenze sui beni culturali, sulla loro tutela, conservazione, fruizione e valorizzazione anche in chiave turistica. Elementi di
novità della proposta sono il rafforzamento del settore delle tecnologie digitali, l’inserimento nel percorso di discipline sensibili alle richieste del mondo del lavoro nei beni culturali, l’apertura verso altri campi del sapere che si occupano di promozione e gestione del patrimonio culturale, di progettazione dell’offerta turistica. Il corso si articola in due curricula, Patrimonio culturale e Turismo culturale, volti a formare rispettivamente la figura dell’operatore culturale (comprese professioni di archeologo e demoetnoantropologo, disciplinate dalla recente normativa) e quella dell’operatore turistico (rispondente alla crescente domanda di un turismo consapevole e di qualità).
Cultura digitale (all’interno di Lettere classiche e Lettere moderne).
Ai tradizionali curricula in Lettere Classiche e Lettere Moderne si affianca, dal prossimo anno accademico, quello nuovo in Cultura digitale. L’obiettivo è formare figure professionali specializzate nella valorizzazione e nella divulgazione del sapere umanistico nell’era digitale, grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie. Si tratta di figure che operano nel mondo dell’informazione e dell’editoria, nella preparazione di eventi e festival culturali, a supporto di èquipe di ricerca scientifica in istituzioni italiane e straniere, con la possibilità di continuare con le lauree magistrali per avere accesso – attraverso concorso – alla professione di docente. «Questa della Cultura digitale – conclude Sebastiano Valerio, direttore del dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione – ci è parsa una vera e propria sfida, affascinante e rischiosa come tutte le sfide. Un modo per entrare maggiormente in contatto col veloce e iperattivo mondo dei giovani, portando in dote la cultura classica da cui tutti discendiamo. L’incontro tra queste due esigenze riteniamo che possa formare veri talenti nella divulgazione scientifica e culturale, figure professionali adatte alle nuove sfide in ambito umanistico».
Si ricorda che l’offerta formativa del dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione vanta, inoltre, un ormai consolidato corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione.