Il Tar, con sentenza pubblicata in data odierna, ha annullato la graduatoria della misura 4.1.A del Piano di Sviluppo Rurale, per intenderci quella più importante e più ricca della programmazione e relativa agli investimenti delle aziende. Era una ipotesi che poteva verificarsi alla luce di un contenzioso infinito ma che trova oggi la Regione impreparata, sbaragliata ed inerme. Una Regione senza alcun piano alternativo e senza alcuna speranza che ha seguito una interpretazione delle ordinanze del Tar volta ad economizzare il numero di istruttorie da effettuare.
Una sentenza che assorbe anche i vizi che avevo denunciato in Consiglio Regionale, su cui aspetto sempre una parola di chiarezza dagli organi dirigenziali preposti, su modifiche postume al bando chiuso e che porta all’anno zero la intera strategia del Piano di Sviluppo Rurale. Emiliano chieda scusa, anche a me, facendo mea culpa per aver dato copertura politica a decisioni scellerate, in particolare quella di aver annullato un nuovo e funzionante bando per gli investimenti che oggi poteva dare piena operatività agli agricoltori e consentire la piena riallocazione delle risorse liberatesi a seguito della sentenza.
Emiliano chieda scusa per avermi costretto alle dimissioni pur di non avallare queste scelte e per aver preferito parlare con alcuni rappresentanti di associazioni che evidentemente tenevano più alle proprie pratiche di studio che alla tenuta del sistema nel suo complesso.
Ci troviamo quindi, a seguito di decisioni sbagliate, senza un piano B e nella condizione di avere centinaia di aziende che hanno eseguito investimenti milionari che oggi vedono messe nel nulla le concessioni che frettolosamente la Regione aveva tentato di approvare. Concessioni che servivano per scongiurare il definanziamento ma che saranno la base di una azione collettiva per risarcimento danni. Milioni di investimenti che non hanno oggi copertura giuridica e quindi fonte di sicure cause contro la Regione che dovrà spiegare scelte inopinate e discutibili.
Il nuovo bando era l’unica soluzione in previsione delle decisioni del Tar e del Consiglio di Stato, cosi’ come l’autotutela per l’annullamento degli atti viziati da palese illegittimità era la via per diminuire il tasso di litigiosità amministrativa.
Bisognava dare seguito alla emanazione di provvedimenti nuovi in tema di primo insediamento per evitare quello che a cascata sarà inevitabile. Ha prevalso invece la smania di chi voleva dimostrare di essere il “salvatore della patria” a dispetto di buon senso e buona amministrazione.
Un danno irreparabile che avevo tentato di evitare alla Puglia, anche assumendo posizioni politiche scomode e contro un sistema forte, coeso e motivato di portatori di interesse spesso animati da interessi personali.