I numeri del BOLLETTINO COVID, che quotidianamente la Regione dirama, non sono fini a se stessi ma vanno interpretati e dall’interpretazione devono scaturire provvedimenti utili alla tutela della collettività. In Puglia, invece, con Emiliano restano numeri sulla carta e ancora oggi aspettiamo di conoscere la sua sui dati inerenti la mortalità grezza e specifica da COVID visto che in Puglia resta la più alta tra le regioni meridionali e insulari.
“Ma se utilizzasse un po’ del suo tempo a fare l’assessore alla Sanità, visto che lo è fin dall’inizio della legislatura, si accorgerebbe che è cambiato l’impatto dei casi positivi sul servizio sanitario regionale (SSR) poiché si sposta giorno dopo giorno dall’ospedale a domicilio. Infatti nella nostra Regione se il 29 marzo su 1432 positivi 559 (54%) erano ricoverati in ospedale, 99 (7%) erano in terapia intensiva e 774 (54%) in isolamento domiciliare, ad in mese di distanza su 2919 casi positivi 448 (15%) sono ricoverati in ospedale, 2420 (83%) sono in isolamento domiciliare e solo 51 (2%) in terapia intensiva. Tutto questo dovrebbe portare un Presidente di Regione-Assessore alla Sanità a pensar meno ad allestire posti letto ospedalieri e a garantire assistenza domiciliare tramite le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziali) che le Regioni, per direttiva ministeriale, avrebbero dovuto avviare fin dal 19 marzo scorso.
“Non solo, l’interpretazione di quei numeri dovrebbe dare ad Emiliano un’altra informazione importante che lo dovrebbe portare a evitare l’emanazione di ordinanze come quella di ieri – ripetitiva di permessi già vigenti e che anticipano permessi già previsti dal Governo per il 4 maggio – ma verso le aperture tanto agognate dal sistema produttivo. In tanti si affannano a dire che se si riapre risaliranno i contagi, è ovvio ma oggi, alla luce dei dati su esposti e alla luce delle precauzioni da mettere in atto, quello che conta ai fini delle riaperture non sono i contagi ma la previsione dell’impatto dei casi positivi sull’ospedalizzazione ed in questo senso i dati sono fortemente incoraggianti e un Presidente di Regione con questi dati deve presentarsi al Governo e battersi a favore delle categorie produttive. Ordinanze come quella di ieri è utile, ma è una goccia nell’oceano rispetto ai drammi di baristi, ristoratori, parrucchieri, estetisti e così via.
“Purtroppo la Puglia ha un Assessore alla Sanità (Emiliano) che non interpreta i dati e lascia il suo Presidente (sempre Emiliano) ad emanare misere ordinanze mentre c’è bisogno di ben altro”.