Dichiarazione del Sindaco di Foggia sulla mozione dei consiglieri comunali di Fratelli d’Italia

«In questo momento mi sarei aspetto donazioni e non mozioni. Le due parole si coniugano con la parola azione e, quindi, fatti concreti e non parole. Esattamente come ha fatto Giorgia Meloni, lei si carismatica, con la sua munificenza di 500 mila euro all’ospedale “Papa Giovanni” di Bergamo, grazie anche al contributo di assessori e consiglieri regionali».  Così il sindaco di Foggia Franco Landella commenta la proposta di mozione sottoscritta dai consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Luigi Fusco, Erminia Roberto, Liliana Iadarola, Francesco D’Emilio, Bruno Longo, e dal presidente del Consiglio comunale, Leonardo Iaccarino.

«In questo momento – continua il sindaco Landella – ritengo che non sia opportuno fare a gara a chi la spara più grossa per cavalcare la facile onda del populismo che l’emergenza del Coronavirus solleva a più riprese, anche perché tutti i consiglieri sanno benissimo l’importanza della discussione preliminare della redazione di un bilancio che mi auguro condiviso e partecipato, anche con la collaborazione dei consiglieri di minoranza, considerata l’emergenza che sta attraversando tutto il nostro Paese, specialmente sofferta dalla nostra città. Sono aperto a qualsiasi proposta utile per sostenere il fondo di solidarietà. Di milioni di euro io non vorrei mettercene uno ma 101, se solo ce lo consentisse un bilancio comunale non ingessato dal “salva enti” (e qui mi aspetterei che tutti insieme facessimo appello al Governo nazionale per eliminare, anche provvisoriamente, i vincoli impostici), rimpinguato dalle risorse governative e regionali, non prosciugato dagli ingenti debiti fuori bilancio che siamo costretti a pagare per colpa di una scellerata gestione delle amministrazioni passate. In questo momento chi invoca i tavoli dovrebbe avere la responsabilità di attendere la redazione del bilancio che, lo ripeto, auspico condiviso e partecipato, per cui la priorità assoluta deve essere quella di sostenere i più deboli affinché nessuno resti indietro».