Anche la Fondazione Barone affronta in questi giorni le difficili prove dell’epidemia, quanto mai preoccupata per la fragilità dei propri ospiti, la cui età media sfiora i novant’anni.
La Fondazione, dal 9 marzo scorso, ha applicato le prescrizioni finalizzate ad evitare il diffondersi del contagio all’interno della struttura, solo successivamente rese obbligatorie dalle Autorità: a partire da allora è stato, infatti, vietato l’accesso al suo interno di parenti e badanti, come pure, sono state vietate le uscite degli
ospiti, anche solo temporanee.
Ciononostante due propri dipendenti sono risultati positivi al Coronavirus.
Sono entrambi addetti ai servizi ausiliari e, pertanto, non operano a diretto contatto con gli ospiti; ma la circostanza ancora più confortante è che erano assenti dalla struttura, rispettivamente, dal 9 e dal 14 marzo, e che, nel mentre essi si avviano a guarigione presso le loro abitazioni, anche l‘altro personale,
prudenzialmente posto in isolamento, non evidenzia sintomatologie riferibili al
Coronavirus.
Allo stato nella struttura non ci sono, comunque, casi o situazioni che inducono
ulteriori preoccupazioni.
La Fondazione continuerà a prodigarsi per tutelare la salute dei propri ospiti ma
lamenta, come tutte le Case di Riposo e le Residenze socio sanitarie per anziani, la scarsità di mascherine e camici, anche se il personale continua a prestare la sua opera con assoluta dedizione, ancora più motivato nel cercare di attenuare il disagio che gli ospiti patiscono per la forzata lontananza dai loro cari.