Cari fedeli,
l’odierna situazione sanitaria e i provvedimenti assunti dalle Autorità stanno determinando un senso di smarrimento, inquietando il nostro stile di vita intenso e significativo.
Anche alcune scelte pastorali riguardanti la celebrazione dell’Eucaristia, dei matrimoni, dei funerali, delle processioni costringono a esercitare quella responsabilità e prudenza che limita l’attività comunitaria di parrocchie, gruppi, movimenti e associazioni ecclesiali.
Ciò, oltre a farci comprendere che la Parola, i sacramenti, la carità sono doni di cui ringraziare il Signore, diventa invito a riscoprire la necessità della preghiera nel momento della prova e del dolore. Lo ricorda in Quaresima il brano evangelico del mercoledì delle ceneri: «Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» (Mt 6,6). Abbiamo bisogno della conversione che apre il passaggio dall’esteriorità all’interiorità, dalla piazza alla camera, cioè dal luogo in cui sentiamo il formalismo di una maschera imposta, al luogo della verità di noi stessi, cioè davanti al Padre. Gesù desidera la preghiera del cuore, che nasce dal di dentro e conduce all’incontro con il volto di Dio: è in segreto (chiusa la porta di casa) ed è davanti al Padre (e non a se stessi).
La famiglia può diventare, così, il santuario della presenza divina per il Vangelo accolto, per i sacramenti che uniscono, per l’amore che si condivide.
Dentro tale orientamento si colloca la sofferenza di non poter partecipare alla celebrazione della Messa, mistero insostituibile della fede. Una privazione, una rinuncia, un disagio interiore, una scelta per concorrere al bene, soprattutto degli anziani e delle persone fragili, con una seria responsabilità morale e con la consapevolezza che Dio non fa mancare la misericordia al suo popolo. Ciò spiega anche la decisione della Conferenza episcopale pugliese con la quale vengono sospese le feste patronali, le processioni, le stazioni quaresimali e qualsiasi altra manifestazione. In Diocesi, vivremo la festa liturgica dell’Iconavetere pregando dal 14 al 22 marzo la coroncina mariana, la Messa pomeridiana e il Solenne pontificale del 23 marzo mattina, senza partecipazione di popolo. Tali momenti saranno teletrasmessi. Rimarrà aperta per la preghiera personale la chiesa Cattedrale, dove si dovrà garantire la possibilità di tenere la distanza di almeno un metro l’uno dall’altro. I sacerdoti, tuttavia, in privato celebreranno l’Eucaristia per voi, anche senza la partecipazione fisica dei fedeli, ma con quella dimensione mistica della comunione dei santi.
Per quanto concerne il sacramento della riconciliazione è preferibile non utilizzare confessionali, ma luoghi più ampi come la sacrestia o ambienti adiacenti la chiesa. Per la confessione nei banchi si tenga la distanza di almeno di un metro, a condizione che sia possibile garantire la dovuta riservatezza del sacramento.
Carissimi presbiteri, sono grato per la dedizione generosa e la paterna vicinanza che state manifestando alle nostre comunità. Gli stessi limiti imposti dalle circostanze saranno provvidenziali per dedicare più tempo al raccoglimento, alla preghiera, alla meditazione, all’adorazione e alla fraternità.
Nel raccomandare la recita del santo Rosario, ringrazio di cuore gli operatori sanitari e coloro che sono preposti al bene comune.
Tutti affido alla protezione della Vergine Maria, madre e sorella nostra.
+ Vincenzo Pelvi