È stato presentato lunedì 26 novembre, presso gli uffici della Caritas di via Campanile, il libro VITE SOTTOCOSTO, 2° rapporto PRESIDIO.
Quello del Rapporto Presidio, è un progetto Caritas Italia che nasce nel 2014, quando le diocesi Foggia e Caserta, chiesero aiuto per fronteggiare la questione migranti e lo sfruttamento ad opera del caporalato. Ne nacque una piattaforma dati, allo scopo di censire gli stranieri, che da allora vengono sostenuti dal punto di vista medico, burocratico, alimentare e legale.
Ad oggi, siamo al quinto anno di rinnovo per una stipula che è stata confermata ogni 2 anni. Il 31 dicembre prossimo, però, Presidio 3.0 e la sua piattaforma si sposteranno dalla gestione Caritas a quella del Ministero del Lavoro, che ne ha cambiato il nome in Sipla sud ed emesso un bando a cui hanno partecipato gli stessi attori sociali che lo hanno finora sostenuto.
A Foggia, le persone in difficoltà che vi hanno fatto ricorso dal 2014 ad oggi, sono circa 1000. Mentre il totale degli accolti nel paese Italia è di 6390.
Nella giornata dello scorso 26 novembre, si è dunque illustrato il libro, dal titolo “Vite sottocosto”, rapporto che biennalmente la Caritas pubblica sul progetto Presidio.
Al saluto introduttivo di mons. Vincenzo Pelvi, arcivescovo Metropolita di Foggia-Bovino, letto da don Daniele d’Ecclesia, hanno fatto seguito gli interventi di Claudio De Martino, avvocato e dottore di ricerca in Diritto del Lavoro, Madia D’Onghia, docente Diritto del Lavoro Università di Foggia, con le conclusioni di Giusi Di Girolamo, direttrice Caritas.
Moderatore l’avvocato Stefano Campese, coordinatore regionale progetto Caritas Italia.
«La forza del progetto Presidio sta nella sua possibilità di avvalersi della rete Caritas», commenta Campese. «Alcune delle cose di cui Presidio si fa promotore, erano già in atto in alcune diocesi. Presidio si è innestato in un’attività ordinaria, creando poi competenze specializzate. Quest’anno, sono state attive nella nostra provincia 4 diocesi: Foggia, Manfredonia, Cerignola Ascoli e San Severo».
«Il nostro lavoro va oltre l’idea dello sportello», afferma Di Girolamo. «Per censire le persone in difficoltà e inserirle nella piattaforma Presidio, i nostri operatori si recano in prima persona nei ghetti di Borgo Mezzanone e Rignano. Vanno nei casolari abbandonati, e lì trovano persone malate, sole, bisognose di assistenza. Dopo avere compilato una scheda, li invitano a raggiungerci in Caritas».
Dal suo osservatorio di lunga data, Giusi Di Girolamo, che ha vissuto dieci anni in Guinea Bissau come missionaria, guarda con favore al progetto Presidio.
«Ho visitato i ghetti e devo dire che si tratta di luoghi simili all’Africa. Ci sono piccoli negozi di poveri oggetti, e l’acqua arriva dalla Regione con bidoni da 1000 litri. Mancano le fogne. Quello che noi facciamo è necessario per fornire un aiuto concreto a persone che lavorano tanto per spedire i soldi a casa».
Dal Front office alla presa in carico, Presidio porta avanti il suo lavoro, di cui la presentazione del libro Vite sottocosto è stato un momento di riflessione importante.