Battersi per obiettivi più ambiziosi e per accelerare gli interventi, coinvolgere cittadini sindaci e
imprese, continuare nella mobilitazione internazionale. Di fronte a una crisi climatica che sta
provocando impatti sempre più devastanti in ogni parte del Mondo, la sfida per Legambiente si
muove intorno a questi tre obiettivi fondamentali, la cui dimensione fa anche comprendere
quanto la chiave ambientalista sia oggi imprescindibile per capire il Mondo in cui viviamo e per
tracciare una rotta fuori dalla crisi. Del resto le sempre più chiare proiezioni dell’IPCC sugli impatti
dei cambiamenti climatici e i drammi che vivono milioni di migranti costretti a abbandonare aree
diventate invivibili o case devastate da nubifragi, hanno cambiato la percezione di rischi che
sembravano lontani. Abbiamo un’assoluta urgenza di fermare i sussidi alle fossili e le centrali a
carbone per costruire un modello energetico distribuito e al 100% rinnovabile, mentre in parallelo
dobbiamo accelerare sull’adattamento climatico delle città, delle aree agricole e di quelle boschive
per ridurre l’impatto dei fenomeni meteorologici estremi. E dobbiamo far diventare questa
prospettiva realmente praticabile per tutti: da noi in Italia – coinvolgendo tutti i settori e in tutti i
territori, per non lasciare nessuno indietro – e in ogni parte del Mondo per costruire una concreta
speranza per le persone di un futuro di benessere che possa prescindere dal modello del petrolio.
La Piazza del Congresso di Legambiente a Napoli dovrà contribuire a mettere a fuoco il lavoro che
dovremo portare avanti nei prossimi anni, a tutti i livelli dell’associazione, per fare in modo che la
forza e l’entusiasmo portati dalla mobilitazione dei Fridays for future possano trasformarsi in
impegni concreti e obiettivi più ambiziosi nella lotta ai cambiamenti climatici. Per riuscirci avremo
bisogno di lavorare ad alleanze sempre più ampie e radicate in modo da portare queste
innovazioni in ogni territorio, settore produttivo e aprire opportunità per tutti, aggredendo i
problemi di inquinamento e di degrado, portando innovazione e lavoro attraverso
l’autoproduzione e lo scambio di energia da rinnovabili, l’economia circolare, l’agricoltura
biologica e di territorio, la gestione e rafforzamento del patrimonio boschivo. La piazza del Clima
discuterà di questi temi, con interlocutori diversi, delle mobilitazioni che dovremo promuovere ma
anche delle strade dovremo intraprendere nei prossimi anni per essere protagonisti e contribuire
in questa grande sfida di cambiamento.