MIMOSE PER DIPENDENTI E PAZIENTI A VILLA IGEA, CENTRO VITA E CASA DI CURA SAN MICHELE. ANTONELLA SALATTO: “UN SEGNO NON RITUALE PER UN GRUPPO CHE OCCUPA QUASI 160 DONNE.”

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Un piccolo gesto simbolico per testimoniare adesione e vicinanza ai valori della Giornata Internazionale delle Donne. E’ il senso della distribuzione avvenuta oggi di rametti di mimosa per le dipendenti e le pazienti delle Case di Cura Villa Igea di Foggia e San Michele di Manfredonia e del Centro di Riabilitazione Vita di Cerignola.
“Non è un atto rituale o di semplice cortesia” spiega la dottoressa Antonella Salatto, amministratore delegato della Bilf Srl – Centro Salute Giovanni Paolo II, direttore amministrativo e componente del Consiglio di amministrazione di Casa di Cura Villa Igea Prof. Brodetti Spa “ma la prosecuzione logica di un impegno. Basta ricordare come, in una delle province d’Italia con il più basso tasso di occupazione femminile, specie giovanile, le aziende del nostro Gruppo impieghino quasi 160 donne.” “Molte di loro” prosegue Salatto “sono mamme, a testimonianza di come non ci sia conflitto tra una vita professionale attiva e una vita familiare appagante. Le donne dimostrano ogni giorno di sapercela fare comunque.”
“La mimosa dell’Otto Marzo” conclude Antonella Salatto “è il segno di questa gentile tenacia. La stessa con cui tutti noi del Gruppo Salatto svolgiamo quotidianamente il nostro compito di assistenza e cura.”
A Villa Igea, a cura della direttrice sanitaria Annalisa Altomare, è stato anche distribuito un foglio con alcuni versi di Madre Teresa di Calcutta. Eccoli: “Però ciò che è importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno. Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza. Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.  Fino a quando sei viva, sentiti viva.  Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite. Insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te./ Fai in modo che, invece che compassione, ti portino rispetto.”