Secca sconfitta del Foggia a Perugia (3-0) e seconda consecutiva in trasferta. Al ko di Salerno, segue quello del “Curi” dove, oltre alla sonora scoppola, i rossoneri subiscono una dura lezione e vengono surclassati dagli avversari. Infatti, la compagine umbra non ci impiega molto a scrollarsi di dosso l’undici dauno, apparso una armata brancaleone più che una squadra organizzata. La sconfitta può starci, ma il Foggia è uscito umiliato dalla sfida. E il risultato finale poteva essere molto più pesante di quello effettivamente “segnato” sul campo. Se Bizzarri non fosse stato all’altezza della situazione, ora si starebbe a parlare di goleada. E non avrebbe concesso nessuna possibilità di giustifica. Peccato perché il Foggia nelle prime sette partite aveva fatto bene. Poi in due mesi e mezzo (ultima vittoria sull’Ascoli) ha sciupato l’ottimo lavoro svolto che in sostanza aveva azzerato la penalizzazione in classifica. Però il rendimento è vorticosamente cambiato e adesso si fa dura. Il morale è sotto i tacchi e anche la tifoseria comincia a rumoreggiare. Giustamente. L’involuzione del Foggia, sotto tutti gli aspetti, appare ingiustificabile. Non si diventa fenomeni un giorno e brocchi il giorno successivo. Evidentemente qualche problema in seno al gruppo ci sarà. E, considerando che il passaggio di “consegne” da Grassadonia a Padalino non ha prodotto gli effetti sperati, forse sarà il caso di prendere altri tipi di provvedimenti. Per il momento c’è da disputare l’ultimo match dell’anno e del girone di andata. Poi ci sarà la sosta che mai come stavolta giunge opportuna. Ci sarà la possibilità di guardarsi negli occhi e cercare le soluzioni per invertire drasticamente la rotta. Se non si faranno tutti i passi possibili per ripartire, sarà davvero dura salvare la stagione. E se dovesse essere così sarà la fine del calcio a Foggia. Intanto nell’infausta serata al “Curi” il Foggia ha toccato sicuramente il punto più basso delle ultime stagioni. Non in termini di classifica, quanto dall’umiliazione subìta. Il divario tra le due contendenti è risultato di dimensioni enormi. Sembrava si affrontassero due squadre con almeno tre/quattro categorie di differenza. Padalino, in considerazione delle tre gare da disputare in otto giorni, ha fatto ricorso al turnover. Ma, nei fatti, i sostituti non sono stati all’altezza degli assenti. Anche se, probabilmente, anche i cosiddetti titolari non avrebbero fatto meglio. In difesa è rientrato Tonucci. A centrocampo Zambelli e Rubin hanno cominciato dal 1’ al posto dello squalificato Gerbo e del tedesco Kragl. In attacco Galano e Gori sono stati preferiti a Iemmello e Mazzeo. L’approccio iniziale al match da parte del Foggia sembrava essere positivo. I rossoneri si sono proposti, come di consueto, nel palleggio e nel fraseggio breve. Ma poco produttivo. E il Perugia non s’è fatto attendere per colpire in contropiede. Davvero micidiale la velocità di esecuzione degli umbri. Al cospetto di sua “maestà” lentezza Foggia. Infatti, prima Verre (8’), dal limite dell’area, ha costretto Bizzarri alla deviazione in angolo. Pochi minuti più tardi, ancora in contropiede, il Perugia è passato in vantaggio. La fuga di Verre e la precisa verticalizzazione, ha consentito a Kouan (13’) sul filo del fuorigioco, di battere Bizzarri, di prima intenzione. Il Foggia, già abbastanza confuso, è andato in tilt. E il Perugia ha insistito sempre con Verre (15’) che, trovata davanti a sé la prateria, è arrivato dalle parti di Bizzarria ma ha sbagliato la conclusione. Il Foggia ha provato a reagire ma in modo confuso e sempre con molta lentezza e prevedibilità. Zambelli (25’), casualmente, ha colpito e il palo esterno su un tentativo di cross. E il Perugia, invece, ha colpisce per la seconda volta con l’ivoriano Kouan (28’), approfittando della “latitanza” difensiva del Foggia. Sul 2-0 lin poco meno di 30’ la gara è risultata ormai chiusa, soprattutto in considerazione della mancanza di reattività e della rassegnazione che è stata evidenziata tra i giocatori del Foggia. Il Perugia ha prevalso sotto l’aspetto atletico, dimostrando una miglior condizione sia per quanto riguarda la velocità, sia la tenuta fisica. Quelli del Foggia sono risultati costantemente in ritardo e, fatto preoccupante, a parte le dormite in difesa, ha confermato l’incapacità del centrocampo a “5”, quindi in superiorità numerica, sia di contenere gli avversari, sia di proporsi in chiave offensiva. Il Perugia ha fatto un figurone e avrebbe potuto addirittura triplicare con il gran tiro di Kingsley (38’) da buona posizione. Nei minuti di recupero Gori (47’), di testa, ha avuto la palla del 2-1 ma la sua conclusione è risultata centrale e Gabriel ha parato con facilità. Prima del duplice fischio del Sig. Abbattista gli umbri hanno avuto a disposizione un’altra clamorosa palla-gol ma Verre (49’) ha calciato addosso a Bizzarri e fallito il 3-0. Così il risultato è rimasto sul 2-0 e la prima frazione di Perugia è stata sicuramente la peggiore della stagione rossonera. Nella ripresa il Foggia ha provato a reagire ma il Perugia, con il doppio vantaggio a favore, si è limitato a contenere i tentativi poco decisi quanto per nulla efficaci degli avversari. Padalino ha gettato nella mischia prima Chiaretti per Cicerelli confidando nell’estro del fantasista brasiliano. Poi anche Mazzeo per il giovane Gori. Infine Kragl per Rubin. Nulla da fare. Il Foggia aveva le ruote sgonfie ed era difficile tener testa all’indemoniato Perugia. Figuriamoci se si potevano creare problemi in chiave offensiva. Il “calvario” rossonero è quindi proseguito fino al 95’. Bizzarri ha evitato il terzo gol a Vido (34’) e la tripletta a Kouan (37’). Poi s’è dovuto arrendere allo stesso Vido (49’) dopo essersi opposto al primo tentativo. Al 3-0 perugino fa seguito il triplice fischio del direttore di gara che sancisce la crisi dei rossoneri e fa scattare il campanello d’allarme.