A pochi giorni dal Consiglio regionale monotematico sulla sanità, l’audizione in prima commissione del presidente Michele Emiliano è stata utile per tracciare lo stato di salute della sanità pugliese e comprendere lo stato di avanzamento del piano di riordino ospedaliero, che è costato non pochi sacrifici alla comunità pugliese. Sacrifici che fanno sentire i propri frutti. Grazie a questi sacrifici siamo l’unica regione meridionale che, a determinate condizioni, si appresta a uscire dal piano operativo concordato con il governo. Un risultato che non può essere trascurato, tenendo presente la situazione di partenza e che permetterà di avere ulteriori sviluppi sul territorio, come per il Fazzi di Lecce e gli Oo.Rr. di Foggia, dove saranno raddoppiati gli investimenti. Inoltre, il risparmio sulla spesa farmaceutica permetterà la stabilizzazione di 1700 unità e l’assunzione di 1000 infermieri e 30 farmacisti. Note positive anche dalla riduzione dei costi della mobilità passiva per le alte complessità: 10% in meno rispetto agli anni precedenti. La volontà di intercettare prestazioni anche dalla regioni limitrofe è una prospettiva che va incoraggiata, non solo per venire incontro a quanto contemplato nel DM70, ma anche per incentivare servizi sempre più moderni ed efficienti. Certo resta ancora poco confortante il contenimento della spesa per la mobilità di media e bassa complessità, ma se abbassiamo i toni della polemica e collaboriamo a trovare soluzioni invece di strumentalizzare polemiche di comodo, potremmo completare un lavoro fondamentale per la tutela della salute dei cittadini, così come non bisogna dimenticare che molte situazioni sono state ereditate e che questa maggioranza sta cercando di migliorare il sistema sanitario pugliese, facendo virtù delle poche risorse a disposizione e necessità del dato acquisito da precedenti gestioni.