“È opportuno fare chiarezza sulla questiona relativa all’immobile di Corso del Mezzogiorno, riveniente dal fallimento di Amica SpA e recentemente aggiudicato all’esito di un’asta giudiziaria”. E’ quanto affermano i componenti del consiglio di amministrazione di Amiu Puglia, Sonia Ruscillo e Antonello Di Paola che aggiungono:
“La vicenda, com’era ovvio che fosse, ha provocato polemiche e generato interrogativi, tra cui, tuttavia, ve ne sono alcuni che appaiono privi di fondamento giuridico e disarticolati strumentalmente dal punto di vista della ricostruzione della vicenda.
Amiu Puglia SpA, infatti, ha sempre dimostrato e continua a dimostrare tutto l’interesse all’acquisizione di quella che è la sua sede. Un interesse analogo a quello del Comune di Foggia, dimostrato attraverso l’approvazione, da parte dell’Assemblea dei Soci, dello stanziamento di 980mila euro finalizzati all’acquisto dell’immobile.
In queste ore si sta facendo un gran parlare del ricorso all’articolo 107 comma quattro della Legge Fallimentare. Amiu Puglia SpA ha già fatto ricorso alle possibilità previste da quell’articolo lo scorso 25 settembre 2017, quando ha presentato una offerta migliorativa, pari al 10% in più, come previsto dalla legge, rispetto a quella effettuata dall’aggiudicatario provvisorio. Proprio attraverso questa opportunità concessa dalla Legge Fallimentare si è ottenuta, quindi, la sospensione della vendita dell’immobile, con il giudice delegato che ha autorizzato una nuova asta, fissandola il 24 ottobre 2017. In quella sede, come ormai è noto, l’immobile è stato aggiudicato alla Cermico Energia Srl. È ovvio che Amiu Puglia SpA, avendo già fatto ricorso all’articolo 107 della Legge Fallimentare ed avendo preso parte all’asta che ha aggiudicato l’immobile, non è più nelle condizioni di replicare questa procedura, indipendentemente da un eventuale pronunciamento del Consiglio comunale di Foggia”.
Nei giorni scorsi Amiu Puglia SpA ha convocato una riunione monotematica del suo Consiglio di Amministrazione per affrontare compiutamente la vicenda, deliberando di richiedere ai due soci, Comune di Foggia e Comune di Bari, l’autorizzazione ad un ulteriore aumento dello stanziamento economico destinato all’acquisto di una nuova sede.