Anabolizzanti per cani costruiti in Cina e India, un enorme business di farmaci per body builder senza uno straccio di certificazione che ne comprovasse provenienza ed effetti, un circolo vizioso di omertà e di delinquenza comune che gravita intorno al mondo dopato del body building. E se non fosse arrivata la denuncia del padre di un atleta professionista, difficilmente – come sostengono gli inquirenti – si sarebbe mai venuto a capo sulle cause della morte del figlio, Giovanni Racano (nella foto), deceduto il 17 aprile 2016 dopo un malore. E così Polizia e Guardia di Finanza su richiesta della procura hanno tratto in arresto quesattro persone: Maurizio Caricchia, 48 anni, proprietario di palestre, Domenico Bruno, 29 anni, Jonata Rinaldi, 26 anni e Gianfranco Abazia, 47 anni.
Il 4 maggio 2016 si individuava un immobile in via Polare, di proprietà di Claudio Imperio, dove, a seguito di perquisizione, si rinvenivano numerosi farmaci di natura dopante e se ne constatava l’utilizzo e la somministrazione. Imperio veniva arrestato e un mese dopo il 10 giugno lo stesso provvedimento toccava a Maurizio Caricchia e Vincenzo Dattoli, altro proprietario di palestre in Calabria dove venivano depositate queste sostanze. Il giorno prima erano state sequestrate oltre 1.500 confezioni di farmaci dopanti di provenienza illecita.