Una curiosa iniziativa quella della famiglia Angerillo di Manfredonia: un sistema di spaccio automatico, come un bancomat. I “clienti” si avvicinavano alla finestra della loro abitazione e inserivano i contanti all’interno di una fessura ricavata in una zanzariera, ricevendo automaticamente in cambio la dose richiesta. La scoperta di questo meccanismo lo si deve ai Carabinieri della Compagnia di Manfredonia, nello specifico quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile, che hanno tratto in arresto in flagranza di reato per concorso in detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente il 63enne Carlo Angerillo, la moglie 57enne Lucia Castriotta, ed il figlio 28enne Fabio Angerillo e, successivamente, per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale, l’altro figlio 37enne, pregiudicato, Filippo Angerillo. L’operazione nasce dopo alcuni appostamenti fatti in via Tito Minniti dove hanno notato un notevole viavai di giovani, probabilmente per l’acquisto di sostanze stupefacenti.
Scatta l’irruzione in casa, con uno degli Angerillo, Fabio che, ha tentato di disfarsi di alcune dosi di cocaina gettandole nella toilette. Ma la manovra è stata intercettata dai carabinieri che hanno trovato in casa circa 800 euro in banconote di piccolo taglio e una decina di grammi di cocaina.
Durante le operazioni di arresto dei tre, si è poi presentato l’altro figlio, Filippo, noto pregiudicato di Manfredonia, il quale, approfittando dell’ingresso di altre persone presso gli uffici della Compagnia, è riuscito ad entrare in caserma, minacciando alcuni i carabinieri e finendo in carcere insieme a tutta la sua famiglia.