“Sulla vicenda dell’aeroporto Gino Lisa di Foggia è ora di scrivere una parola definitiva, chiamando la Regione Puglia ad assumersi inderogabilmente le proprie responsabilità e l’intera comunità foggiana a reagire in modo risoluto per rivendicare il proprio diritto alla mobilità. Per questo ritengo sia opportuna una riunione monotematica congiunta del Consiglio comunale di Foggia e del Consiglio provinciale, aperta alla partecipazione di tutti i sindaci della Capitanata”. Così il sindaco di Foggia, Franco Landella, chiede alla Capitanata di reagire alle nuove lungaggini burocratiche opposte dalla Regione Puglia all’allungamento della pista dell’aeroporto “Gino Lisa” e quindi al suo definitivo rilancio.
“Fino a quando la pista dello scalo di viale degli Aviatori resterà nelle attuale dimensioni, il nostro aeroporto non potrà essere pienamente funzionante e soprattutto non potrà ospitare velivoli di medie dimensioni, sia per i voli di linea che per i voli charter che potrebbero incrementare il turismo in provincia di Foggia – fa sapere il primo cittadino del capoluogo daunio –. Dopo la notizia sul finanziamento dell’Unione Europea per il 95% totale dei fondi utili per i lavori, il territorio ha fatto la sua parte rendendosi disponibile ad accollarsi la restante quota del 5% che non può essere ammesso a finanziamento. Ma quando sembrava che tutto procedesse per il verso giusto, c’è stato questo ennesimo intoppo. Sembra che qualcuno o qualche entità, puntualmente e periodicamente, impedisca al territorio di Capitanata di usufruire di una infrastruttura fondamentale per lo sviluppo locale. Non si tratta di ‘foggianesimo’, ma di rivendicare un diritto sacrosanto che spetta ai cittadini della Capitanata, che non può essere ancora penalizzata. La Puglia non finisce a Bari – sottolinea il sindaco di Foggia, Franco Landella –. C’è una intera comunità che chiede rispetto ed attenzione ai vertici della Regione Puglia. Il territorio, su questo argomento, ha saputo fare squadra ed è giunto il momento di tirare le somme e definire, una volta per tutte, una vicenda che si trascina da troppi anni”