Calabresi, malavita rom e camorra napoletana si sono dati appuntamento in Capitanata, polo strategico per le forniture di droga che arriva dalla vicina Albania. Le tratte non riguardano solo l’approdo via mare dei motoscafi e degli yacht dei narcotrafficanti dell’Est (quindici giorni fa l’arresto di tre ucraini a bordo di una barca a vela battente bandiera americana) ma anche quelle interne, ovvero gli snodi viari su strada battuti dalle organizzazioni criminali per i carichi grossi che arrivano sulle coste daune, tra Vieste, Termoli e Manfredonia. Dall’Abruzzo, sulla direttrice Pescara-Campobasso-Lucera arrivano rumeni di origine rom, che controllano parecchie piazze di spaccio anche in Molise e Abruzzo, feudo dei famosi Casamonica di Roma, italianissimi faccendieri molto attivi sul versante dell’usura che hanno radicato le loro origini proprio nel centro Italia. Dallo svincolo di Candela arrivano i napoletani, spesso diretti nel cosiddetto triangolo della droga tra Poggio Imperiale, San Severo e la stessa Lucera, mentre è storicamente provata l’attività dei cosiddetti “pendolini” che da Napoli raggiungono Cerignola per l’import/export di cocaina. Ma il vero grande business è la marijuana coltivata non solo all’Est ma anche sul Gargano, tra Vico e Peschici. Qui è stata accertata anche la presenza di un presidio “calabrese”, con vetture e furgoni che vanno e vengono sfruttando la statale ionica di Policoro (direzione Matera-Bari) oppure direttamente dalla Basentana via autostrada fino alla statale 658 per Foggia.