Dopo i continui sbarchi di grano, potenzialmente contaminato, proveniente dal Canada (600mila quintali sbarcati l’8 giugno) se ne sono aggiunti altri 200mila di grano duro provenienti dalla Francia sulla Carrier Argyroula partita da Rouen l’ 8 giugno. “Mancano i controlli e certezza della provenienza del prodotto” affermano i rappresentanti dell’associazione Granosalus soprattutto l’8 giugno scorso quando il carico proveniente da Vancouver è stato scaricato dopo appena due ore, quindi, afferma la consigliera regionale del Movimento 5 stelle Rosa Barone “senza alcun controllo effettivo sulla qualità sanitaria dello stesso che aveva affrontato un viaggio lunghissimo in condizioni di temperatura ed umidità particolari; un controllo che solo successivamente è stato effettuato e comunque solo su una delle 7 stive”.
Operazioni di questo genere sono la vera causa dei continui cali di prezzo del grano oltre ad essere estremamente pericolose per la salute dei cittadini che a loro insaputa, pensando di mangiare prodotti Made in Italy, si ritrovano sulle loro tavole pasta o pane fatto con farine non sempre controllate.
Spiegano dall’associazione: “Una delle aree di provenienza dei grani esteri contaminati, che ritroviamo nella pasta, è il Canada da cui arriva merce arricchita di micotossina DON, Glifosate e Cadmio, in quantità industriali, che di certo non sono un toccasana per la nostra salute. Ma agli industriali il grano serve e non è affatto vero che l’Italia è deficitaria nella produzione. Gli agricoltori del Sud possono produrlo a prezzi equi e senza concorrenza sleale. Lo strumento per farlo, però, non è la filiera ma la CUN, Commissione unica nazionale”