Fioccano gli interrogatori dopo la maxi-operazione In Daunia Venenum, 42 indagati e 19 arresti su ordine della Dda di Bari che ha smascherato un traffico di rifiuti illeciti interrati nella campagna del foggiano sul metodo dei “casalesi”. Davanti al Gip del tribunale di Foggia Armando Dello Iacovo si stanno svolgendo gli interrogatori di garanzia degli arrestati. Uno dei proprietari dei terreni, Ranieri MInischetti, assistito dagli avvocati Giuseppe e Stefano Casale, pur potendosi avvalere della facoltà di rimanere in silenzio, ha invece deciso di rispondere puntualmente alle domande del giudice. Minischetti ha riferito che la sua è un’azienda biologica che deve utilizzare il concime organico. “Questo concime viene prodotto dagli impianti di compostaggio che sono soggetti a controlli periodici e rigide certificazioni – ha dichiarato al gip – Il privato-acquirente deve necessariamente fare affidamento sulle autorizzazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione. Anche il locatario dei terreni su cui viene installato l’impianto di compostaggio non può sapere in alcun modo se la società produttrice rispetta tutte le procedure”. La difesa ritiene che gli elementi su cui si fonda l’accusa nei confronti del Minischietti siano fragili e discutibili, per questo subito dopo l’interrogatorio di garanzia ricorrerà al Tribunale della libertà per chiedere una rivalutazione del provvedimento restrittivo.