E’ stato accolto da migliaia di fedeli provenienti da tutta la diocesi dell’Alto Tavoliere. Mons. Checchinato è giunto a San Severo alla vigilia della grande festa patronale in onore della Madonna del Soccorso. Ad attenderlo al casello dell’autostrada il sindaco Francesco Miglio e la sua Giunta. Poi tutti al Palasport di viale Castellana dove si è svolta la cerimonia con il passaggio di consegne tra mons. Lucio Angelo Renna, Lucio Renna, vescovo di San Severo dal 2006, amministratore apostolico della medesima diocesi dopo l’accettazione della rinuncia da parte di papa Francesco nel gennaio di quest’anno, e il nuovo presule. Presente anche . Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, fino al 2013 Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Mons. Renna: In obbedienza a papa Francesco sua eccellenza don Gianni,come ama farsi chiamare, ha lasciato la sua terra pontina ed è venuto qui in Capitanata, nella diocesi di San Severo come pastore che sulle orme di Gesù cammina ed aiuta a camminare coloro che la Provvidenza gli ah affidato. Compito del vescovo è prima di tutto dar lode al Signore; il secondo compito è condurre il gregge al pascolo, portare gli agnellini sul petto, aiutando le pecore deboli e cercare quelle smarrite. Mentre avvertiamo, con sentimento di fede, la presenza dell’Altissimo, scorgiamo sul volto del novello Vescovo segni di fede che lo sorregge e guida, di speranza che lo sostiene, ma soprattutto di carità e di gioia che lo animano. Nello stemma episcopale di mons. Checchinato vi sono 3 spighe su una zolla verde e argento ed un grande sole. Vorrei ricordare che siamo nel Tavoliere pugliese dove le spighe abbondano e biondeggiano e dove il sole illumina e scalda e feconda le zolle che il popolo coltiva. In esso c’è veramente di tutto, questo popolo che Lei si accinge a guidare come Gesù il buon pastore”.
Francesco Miglio: Caro don Gianni, questa terra che oggi ti accoglie con tanto entusiasmo è certamente una terra schiaffeggiata da piaghe, da sofferenze, da tanti, tanti problemi. E’ una terra perà di cui negli ultimi tempi si è fatta una narrazione non rispondente alla verità perché questa è una terra di cultura. E’ una terra con origini contadine. Le nostra famiglie, quelle da cui la gran parte di noi deriva, sono famiglie di lavoratori, di operai, di braccianti. Come diciamo nel nostro gergo paesano, di “cafoni”, cioè di lavoratori semianalfabeti, se non analfabeti, che però avevano un grande senso del rispetto altrui, una grande dignità. E noi di queste origini ce ne facciamo vanto. Sono certo che con questi donne e questi uomini tu entrerai presto in simbiosi. Il tuo viso buono ed il tuo sorriso solare sono quelli di tanti nostri concittadini che ti ameranno e ti vorranno bene perché riconosceranno in te la loro guida spirituale. Sono sicuro che il nostro pastore darà un sussulto ed uno scatto di orgoglio e di fierezza alle nostre coscienze. E nei momenti scoramento, di delusione e di tristezza, quando avrai nostalgia della tua terra e dei tuoi cari troverai tanti volti buoni, tanti sorrisi soavi pronti a sorreggerti ed abbracciarti col calore e con la cordialità di cui questa gente è capace. Dovrai andare nelle retrovie del tuo gregge a recuperare qualche pecorella. Noi amministratori ti saremo accanto per quello che potremo fare.
Mons. Checchinato: “Sono numerose le voci che vorrebbero questo tempo, che ci è dato da vivere, solo come difficile e problematico – come ci ricordava anche il Sindaco. Operazione che alimenta nostalgia e delusione. Viviamo invece un tempo bello e promettente, anche se caratterizzato da nuove sfide sociali e culturali, che ci domandano fantasia, creatività e passione sincera per la vita degli uomini e delle donne del nostro tempo, delle loro famiglie, del loro lavoro. Tutti sappiamo che non ci sono risposte immediate o perfette, ma di camminare insieme, ognuno nel proprio ambito, cercando percorsi nuovi e praticabili, può offrici una formidabile occasione di crescita. Per tutti”.
foto di Leonardo Ciuffreda