Sono settimane importanti e decisive per il Parco Nazionale del Gargano. Tra meno di un mese si deciderà il nuovo presidente della più grande e importante area protetta pugliese. A decidere le sorti della Riserva naturale saranno il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti e il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ma sarà il territorio, mai come questa volta a fornire le indicazioni. Sabato 25 febbraio torneranno a riunirsi i sindaci del Promontorio, si vedranno a Manfredonia dopo l’incontro di Cagnano. A Palazzo San Domenico arriveranno con un documento unico attraverso il quale cercheranno di dettare le nuove linee guida e le nuove strategie da sottoporre al nuovo presidente dell’Ente. Discuteranno anche di nomi. Stefano Pecorella, alla guida del Parco da quasi sette anni, non molla e sta lavorando per ottenere la riconferma. Oggi sono 15 i sindaci garganici in campo, in quanto Monte Sant’Angelo, Ischitella e Isole Tremiti sono comuni commissariati, di questi almeno quattro si sono apertamente schierati a suo favore: Michele Sementino (Vico), Rocco Manzo (Carpino), Michele Prencipe (Mattinata) e Vito Di Carlo (Rignano). Nel frattempo sono spuntati altri nomi come quello del coordinatore della Rete No Triv, Raffaele Vigilante, sostenuto soprattutto dalla società civile, quello dell’avvocato Gianni Maggiano, anch’egli di Peschici, vicino al deputato dell’UdC, Angelo Cera e al presidente della comunità del Parco, Franco Tavaglione. Alla ricerca di un posto al sole anche l’ex sindaco di Lesina e attuale segretario della CNA di Foggia, Antonio Trombetta, sostenuto da una parte di sindaci vicini al PD, e la coordinatrice dell’associazione antiracket di Vieste, Vittoria Vecera.
Intanto i rappresentanti del comitato “Un Manifesto per il Parco” hanno nuovamente scritto ai sindaci in vista dell’incontro di Manfredonia. “Siamo stati chiari nelle nostre richieste di cambiamento. La comunità va messa al centro condividendo e progettando con essa le azioni da intraprendere. La governance deve essere efficace, gli strumenti adottati senza indugio e utilizzati. Il territorio va tutelato ma anche fatto sviluppare, e soprattutto reso accessibile, seguendo la mobilità lenta e implementando servizi al cittadino. Ci siamo espressi anche sulla gestione Pecorella, e coerentemente con quanto scritto nel manifesto abbiamo sostenuto apertamente e senza timori che il passato non può essere garanzia di futuro”.