Si parlerà di una straordinaria scoperta archeologica dei Giganti di Mont’e Pramaall’Auditorium Santa Chiara martedì 21 febbraio ore 18,00, con uno dei protagonisti di questa eccezionale vicenda, il restauratore Roberto Nardi, insieme aGiuliano Volpe Presidente della
La Fondazione Apulia felix accende i riflettori sulla straordinaria scoperta archeologica dei Giganti di Mont’e Prama, misteriose statue riaffiorate a pezzi in Sardegna che attirano studiosi da tutto il mondo. L’appuntamento con la storia e il restauratore Roberto Nardi è all’Auditorium Santa Chiara martedì 21 febbraio ore 18,00. Alla conversazione parteciperà anche Giuliano Volpe Presidente della Fondazione e Simonetta Bonomi Soprintendente Archeologia Belle Arti Paesaggio per le provincie di Foggia e BAT.
Roberto Nardi fu il primo a proporre una ricostruzione delle sculture nuragiche, prima ancora dei recenti scavi, che hanno fornito una preziosa conferma di tali ipotesi.
Infatti, durante uno scavo archeologico eseguito dalla Soprintendenza di Cagliari negli anni ’70, a Mont’e Prama di Cabras, in Sardegna, furono rinvenuti 5178 frammenti di pietra scolpita, del peso di dieci tonnellate. Fu subito chiaro che si trattava di frammenti di sculture antropomorfe e modellini architettonici. Nel 2007, grazie ad un accordo quadro tra Stato e Regione fu indetta una gara concorso per il restauro e la musealizzazione di almeno due figure e altrettanti modelli. A seguito della gara, il programma fu affidato al Centro di Conservazione Archeologica di Roma (CCA), diretto da Roberto Nardi. I lavori iniziarono immediatamente all’interno dei laboratori della Soprintendenza di Sassari, appositamente trasformati dal CCA in un laboratorio-galleria aperta al pubblico. È così iniziato un “nuovo scavo” tra la montagna di casse per ricomporre un puzzle gigantesco che ha restituito, in tre anni di lavoro, 25 sculture di altezza media di cm 220 raffiguranti arcieri e guerrieri e 13 modelli di nuraghe, tutti databili intorno al IX secolo a.C. Oggi, questa collezione è esposta nei musei di Cagliari e Cabras.
Il programma di conservazione delle sculture di Mont’e Prama è stato una grande sfida scientifica, tecnica e sociale, che ha avuto ricadute importanti sulla cultura e sull’economia della Sardegna. Ha prodotto una collezione unica di scultura preistorica oggi a disposizione di un pubblico nazionale e internazionale e ha permesso di restituire alla conoscenza una pagina fondamentale della storia della civiltà Nuragica e del Mediterraneo. Ha prodotto nuove forme di economia locale generando un turismo culturale che ha stravolto in positivo le pigre attività locali, oggi caratterizzate da un dinamismo e da una crescita prima sconosciute. Ha ricucito un legame antico e profondo tra la popolazione dell’isola e un fenomeno vecchio di 30 secoli nel quale oggi tutti si riconoscono con orgoglio.
Il progetto è stato uno sforzo multidisciplinare, organizzato con l’obiettivo di riunire la conservazione, l’impegno pubblico e privato, il coinvolgimento delle comunità e la comunicazione in un unico evento culturale, finalizzato allo sviluppo della cultura e dell’economia dell’isola. Nel 2015 il progetto ha ricevuto ad Oslo dal Commissario Europeo alla Cultura il Premio Europa Nostra e il Premio Speciale del Pubblico e nel 2016, a Dubrovnik, è stato nominato “The Best in Heritage” come progetto più influente dell’anno.