Ballate in italiano e dialetto, che ancora una volta omaggiano la lingua cittadina e dauna
Dodici nuovi brani, più due riproposte ed un omaggio alla tradizione per “FOLK – Dall’America al Mediterraeo – ”, la nuova fatica di Nazario Tartaglione.
Interamente scritta e registrata nella sua San Severo tra il 2014 ed il 2016, la collezione non tradisce le origini, proponendo accanto a brani d’attualità in italiano, intense ballate in Lingua Madre, dove riecheggiano i colori e i tratti tipici della scrittura di uno dei più autentici songwriter di Capitanata.
FOLK propone un importante connubio tra dialetto ed italiano, intessuto su un genere tipico della canzone d’autore, la ballata, sopra i passi della migliore tradizione nord americana, animata dai colori del Sud.
“Con quest’album ho voluto mettere in piedi un repertorio a cui lavoravo da tempo, sostenendo un equilibrio molto sottile tra lingua nazionale, locale e le sonorità derivate. Le mie canzoni nascono tipicamente dalla parola cantata che poi diventata testo, e quindi sono cariche di sonorità linguistiche. Armonizzare queste con le strutture musicali nord americane, per quanto fosse una mia esigenza espressiva, non era facile, ma piano piano s’è magicamente creato un equilibrio, molto sottile, fragile ma mirabile, una fusione di tinte delicate, cariche di pudore ma allo stesso tempo di magnetismo le une per le altre. Un vero viaggio in un immaginario sonoro che mi ha assorbito, rapito e che alla fine mi ha regalato composizioni che considero importanti per il mio percorso artistico, e che dimostrano ancor di più il valore e le potenzialità del linguaggio sanseverese”, spiega il cantautore.
Già autore de “ Il Canzoniere di San Severo” e della canzone manifesto “Gargano mio”, Tartaglione ritorna dopo quasi due anni con questa nuova raccolta, di cui è anche arrangiatore e produttore, che vede in copertina un suo caratteristico ritratto realizzato dalla disegnatrice Soccorsa Ciavarella, accanto al quale scorrono i titoli di Ewwiva l’Italia, parabola del Bel Paese dal dopoguerra ad oggi che ha anticipato on line nello scorso ottobre l’uscita dell’album, incalzata dal brano Santa Lucije, supplica sognante dove all’italiano delle strofe segue il calore dialettale del ritornello. Marì, appassionata canzone d’amore segna la terza traccia tutta in dialetto come Notta notte. ‘ngià facce cchiù è invece il quinto brano, in cui vox populi e contestazione viaggiano sui due linguaggi, il nazionale ed il materno, tra gli echi della lingua napoletana.
L’album continua con i titoli Sole sole, Sope ai viche, Cantarrà, tutti dialettali, tra cui si leva Notti d’Africa, toccante volo sulla vergogna dei ghetti di Capitanata e italiani, e il brano d’integrazione Nu criature.
Sone ancore e Durme belle le composizioni che vedono ospite del disco la cantante apricenese Roberta Palumbo.
Dal Canzoniere di San Severo riproposti Mitte li rose e Durme mò, insieme a 23 marzo 1950, omaggio alla tradizione che chiude l’album, su cui l’autore dichiara “E’ importante che la canzone, soprattutto quella popolare, faccia memoria. Ricordare gli eventi centrali che hanno riguardato un territorio, la sua gente, e insieme celebrare la cultura contadina è sempre più un’urgenza, in un sistema culturale che fa in fretta a dimenticare, a sdoganare maestri, esempi e valori che invece dovrebbe tenersi ben stretti”.
Dnpo essere stato nelle edicole sanseveresi dai primi di dicembre, per un mese, allegato in omaggio al Corriere di San Severo, col sostegno del partner Michele Bandini, FOLK – Dall’America al Mediterraneo – prosegue il suo percorso on line e negli spettacoli. Per ascoltare i branihttps://www.rockit.it/nazariotartaglione/album/folk-dallamerica-al-mediterraneo/36980
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