“Olivicoltura e Xylella: le proposte della CIA per il rilancio del settore in Puglia”

Le disposizioni comunitarie del maggio scorso e la successiva determinazione del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambientale della Regione Puglia del 24 maggio hanno modificato ulteriormente le aree delimitate alla Xylella fastidiosa.
In pratica l’estremo confine nord della zona cuscinetto è quasi arrivato al limite di confine tra le province di Brindisi e Bari.
A repentaglio è la piana degli ulivi millenari tra Carovigno e Monopoli, oltre che l’intera provincia di Brindisi e Taranto, oltre a quella di Lecce già ormai irrimediabilmente compromessa dal batterio.
Si tratta di un territorio a forte vocazione olivicola con una parte caratterizzata da ulivi secolari e millenari, che rappresentano un importante fattore di attrazione per il turismo e per la multifunzionalità agricola.
Insomma, il batterio della Xylella fastidiosa avanza senza aspettare i tempi della burocrazia né tanto meno i tempi della giustizia. Lo conferma la scoperta, avvenuta a fine agosto, di nuovi focolai in provincia di Brindisi.
Si tratta di una vera e propria emergenza per il territorio pugliese. Un disastro agricolo, ma anche ambientale e culturale.
Le piante di olivo hanno rappresentato da sempre la ricchezza del territorio esprimendo valori economici-produttivi, ma anche e soprattutto sociali, ambientali e culturali.
Per tale motivo le strategie di controllo del parassita devono andare oltre gli aspetti tecnici-economici ed incorporare gli aspetti sociali, ambientali e culturali.
A rimetterci fino ad ora sono stati gli agricoltori – che hanno subito ingenti perdite di reddito – e il territorio della provincia di Lecce, Brindisi e Taranto. E a rischio è l’intero territorio pugliese, a cominciare dalla provincia di Bari.
Non solo per la perdita di olivi e quindi di produzione e di bellezze naturali, ma anche perché bersaglio di voci messe artatamente in giro che qualificano l’olio di oliva salentino non buono perché “infetto da Xylella”. Tutto ciò ovviamente è falso e tendenzioso. Il batterio, infatti, non intacca la drupa e quindi di conseguenza non incide minimamente sulla qualità dell’olio.
Non bisogna perdere altro tempo e bisogna innanzitutto potenziare e implementare il monitoraggio da parte degli ispettori fitosanitari per comprendere quale è la reale portata del problema e per verificare segnalazioni sospette da parte di agricoltori e proprietari terrieri.
Contemporaneamente occorre condividere con la Regione Puglia e con tutti gli enti e i soggetti interessati una nuova strategia per il futuro del territorio interessato dalla problematica.
Ben venga la nuova Legge Anti-Xylella annunciata dal Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, con la quale si predisporrà un piano di contrasto alla fitopatia che non preveda l’abbattimento degli alberi sani attorno alle piante infette e che consentirà anche di cominciare il reimpianto di altre cultivar resistenti nelle zone colpite. La CIA – Agricoltori Italiani è pronta a dare il suo contributo nella fase di discussione, nelle opportune sedi, del Disegno di Legge Anti-Xylella.
Ben vengano i progetti di ricerca scientifica approvati e finanziati dalla Regione Puglia e ben venga anche l’annunciata costituzione di una Agenzia regionale specifica.
Non dimentichiamoci però degli olivicoltori, di chi ha perduto un ingente patrimonio di piante di ulivo, di chi è a rischio, di chi ormai non trae più reddito a causa del batterio della Xylella fastidiosa che ha falcidiato centinaia e centinaia di piante e ha cambiato radicalmente il volto di una parte del paesaggio pugliese.
CONSIDERAZIONI SCIENTIFICHE

Al momento, dal punto di vista scientifico, le uniche certezze sulle quali concordano tutti gli studiosi ed esperti del settore sono:
a) mai nel Mondo una pianta infetta da Xylella fastidiosa è sopravvissuta all’infezione; ciò sembra non lasciare nessuna speranza ad interventi curativi, alcuni dei quali prospettati con non poca fantasia. Ne deriva, al momento, l’assoluta inutilità di lasciare in piedi una pianta certamente malata o addirittura morta;
b) mai in un’area nel quale Xylella fastidiosa si è insediata è stato possibile eradicare il batterio. Quindi ne consegue che il Salento, e fra non molto l’intera Puglia, siano condannati a convivere con il batterio;
c) esiste un’eccezionale diversificazione nel campo degli ospiti delle sottospecie di Xylella fastidiosa (per ora 4, Xf fastidiosa; Xf multiplex; Xf sandyi; Xf pauca; per un totale di oltre 300 specie). Il ceppo salentino di Xylella fastidiosa è una variante della sottospecie pauca ed esclude dall’infezione, fino a questo momento, la vite;
d) Xylella fastidiosa è un batterio limitato allo xylema ed è esclusivamente trasmesso da insetti vettori. Il contrasto a tali vettori è determinante per contenere il diffondersi dell’infezione;
e) le cure con prodotti più o meno naturali hanno dato risultati per la maggior parte insufficienti. In alcuni casi apparentemente hanno stimolato la pianta a vegetare, ma dopo pochi mesi è tornata a disseccare.

LE PROPOSTE
Alla luce delle considerazioni innanzi riportate diviene fondamentale sensibilizzare le Istituzioni e concertare con le stesse le scelte strategiche comuni per il futuro dell’olivicoltura pugliese ed iniziare ad immaginare un nuovo modello di sviluppo del territorio che tenga conto della presenza ormai endemica del batterio Xylella fastidiosa, con il quale dobbiamo convivere nella speranza di contenerlo.
L’attività agricola è fondamentale non solo per la produzione di beni alimentari ma anche per il suo contributo a disegnare il paesaggio, proteggere l’ambiente e il territorio e conservare la biodiversità.

In attesa che la ricerca possa giungere nel più breve tempo possibile ad una cura delle piante infette dal batterio, tenendo conto, altresì, che la gestione di un’epidemia deve necessariamente prevedere anche altre competenze di tipo economico, ambientale, politico e sociale, è ormai giunto il momento di condividere una strategia efficace per il futuro del nostro territorio.

Queste le proposte che la CIA – Agricoltori Italiani di Puglia avanza alla ‘Unione Europea, al Governo Nazionale e alla Regione Puglia, ognuno per le proprie competenze:

a) realizzazione di uno specifico progetto di rilancio dell’olivicoltura delle province di Lecce, Brindisi e Taranto attraverso la razionalizzazione degli oliveti tradizionali, il rinnovamento degli impianti (almeno semi intensivi, 300-400 piante per ettaro) e l’introduzione di nuovi sistemi produttivi;

b) concessione dell’autorizzazione al reimpianto degli olivi nelle zone interessate da Xylella fastidiosa con cultivar che risultino più tolleranti al batterio;

c) nelle aree compromesse, oltre al reimpianto con olivi più tolleranti al batterio, concedere la possibilità di impianto di alberi da frutto delle specie autoctone (ritorno alla biodiversità);

d) consentire nelle zone interessate dalla Xylella fastidiosa almeno l’impianto delle piante ospiti del batterio già con i bandi delle misure 4.1.A “Sostegno a investimenti nelle aziende agricole” e 4.1.B “Sostegno investimenti realizzati da giovani agricoltori” del PSR 2014/2020;

e) aumentare la dotazione della Misura 5 del PSR Puglia “Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e da eventi catastrofici e introduzione di adeguate misure di prevenzione” almeno a 100 milioni di euro per i territori delimitati come aree interessate dalla Xylella;

f) utilizzo dell’irrigazione, anche attraverso l’impiego delle acque reflue opportunamente trattate;

g) stanziamento di specifici fondi straordinari comunitari, nazionali e regionali, finalizzati ad un progetto unico di sviluppo che coinvolga l’agricoltura e tutte le altre attività produttive presenti sul territorio;

h) salvaguardia degli olivi monumentali con specifiche azioni di sostegno per monitorarne l’eventuale patogenicità, prevedendo specifici interventi anche con la collocazione di reti anti-insetto;

i) predisposizione nelle aree compromesse di specifici Piani di zona i cui interventi siano improntati, oltre alla salvaguardia degli interessi agro-economici, anche alla riqualificazione paesaggistica e alla salvaguardia idrogeologica;

Oltre a ciò bisogna garantire agli agricoltori danneggiati:
– un equo indennizzo che tenga conto dei danni diretti e dei mancati redditi subiti sino ad oggi dalle aziende agricole pugliesi e che saranno subiti in futuro;

– misure a sostegno della integrazione del reddito degli olivicoltori;

– misure che mirano a implementare le azioni di divulgazione per far conoscere il ciclo biologico del batterio e del vettore e le relative azioni di contenimento.
IL PIANO OLIVICOLO NAZIONALE
Nei mesi scorsi è stato approvato in Conferenza Stato-Regioni il Piano Olivicolo-Oleario del 2016 con quattro ambiti di intervento:
– interventi sulla struttura produttiva finalizzata al recupero del potenziale produttivo del 25% in 7-10 anni;
– qualificazione del prodotto e quindi valorizzazione delle produzioni rispondenti a sistemi di certificazione e qualità, tracciabilità e origine;
– strutturazione della filiera per favorire l’aggregazione del comparto e la costituzione di strutture verticali per aumentare la competitività;
– politiche di comunicazione per accrescere la cultura dell’olio extravergine e dare forza all’azione di promozione.

Le politiche del Piano Olivicolo potranno essere attuate solo attraverso la coesione e l’unitarietà degli strumenti di programmazione, quindi: risorse del fondo art. 4, programmi di sostegno dell’Ocm e soprattutto Psr. Il Psr della Puglia, a tal proposito, si auspica che tenga nella dovuta considerazione gli obiettivi e le linee di indirizzo contenute nel Piano.
In riferimento al Fondo Nazionale nel triennio 2015/2017 sono disponibili 32 milioni di euro per il perseguimento di 5 importanti obiettivi. Tra le azioni previste più interessanti vi è la definizione di modelli per le diverse olivicolture territoriali e per il trasferimento e l’applicazione di innovazione, agevolazioni alle reti di imprese sia nel settore dell’olio di oliva che delle olive da mensa, progetti di ricerca. Rispetto a quest’ultimo punto gli ambiti saranno la produzione agricola primaria, la trasformazione e la difesa da organismi nocivi per l’olivo.
Per quanto riguarda i modelli produttivi, invece, urge definire modelli di olivicoltura basati sul miglioramento della qualità, sull’abbassamento dei costi e sull’aumento di produzione per ettaro necessari per centrare gli obiettivi del Piano Olivicolo utilizzando anche risorse del Psr.
Per la Xylella fastidiosa devono essere prioritariamente attribuite le risorse per la ricerca, i cui risultati dovranno essere subito trasferiti alle aziende.
È importante, rispetto ai modelli territoriali, che si lavori sui territori colpiti dalla Xylella al fine di recuperare e rilanciare la filiera olivicola con un nuova proiezione di sviluppo qualitativo e quantitativo.
Particolare attenzione deve essere riservata necessariamente agli aspetti legati alla comunicazione e a campagne informative e ad azioni promozionali dell’olio pugliese sia sul mercato interno che su quello estero. Dovrà essere questa l’occasione per rilanciare l’immagine del territorio e dell’olio proveniente dalla zona interessata dalla Xylella fastidiosa.
Specificatamente per olive da mensa si chiede di massimizzare le risorse destinate alle azioni di recupero varietale per le imprese.