«A Foggia non serve una seconda stazione: occorre invece individuare servizi che meglio possano mettere in rete un territorio molto variegato sotto l’aspetto orografico e infrastrutturale». Così Carlo Simone, presidente provinciale della Confesercenti Foggia, che interviene sul progetto di un nuovo impianto ferroviario che escluderebbe di fatto la città creando fratture anche nella tanto agognata intermodalità che si sta cercando di attuare senza non poche difficoltà. Un esempio per tutti la partenza stentata del nuovo scalo realizzato nelle adiacenze della attuale stazione.
«Occorre mantenere la centralità dell’esistente stazione ferroviaria di Foggia – commenta Simone -, implementata dall’alta velocità, un’opera utile che non va demonizzata. I problemi della legalità nell’esecuzione delle grandi opere vanno risolti anche attraverso la prevenzione e la vigilanza e non a discapito degli investimenti indispensabili. Le infrastrutture, soprattutto le reti di trasporto, devono essere progettate e realizzate a servizio di un determinato territorio e per creare nodi di raccordo. Foggia è sempre stata considerata un grande nodo ferroviario, non si comprende perché la si vuole ridimensionare e a favore di chi. Quale nodo ferroviario e di raccordo tra la linea Adriatica, quella Tirrenica e la Basilicata, Foggia vale molto di più della città capoluogo di Regione. Dobbiamo essere uniti e determinati per evitare un ulteriore scippo come tutti quelli perpetrati a danno della nostra Provincia, decisioni che hanno contribuito a posizionare la Capitanata all’ultimo posto del Paese».