L’ennesima aggressione a dei poliziotti avvenuta ieri sera nel carcere di foggia da parte di un detenuto nigeriano preoccupa sempre di più i sindacati, ma non sembra far breccia in un amministrazione penitenziaria che non perde nemmeno un minuto di tempo a portare solidarietà a dei lavoratori colpiti nel compimento del loro dovere.
Eppure l’epilogo poteva essere molto più tragico se il colpo sferrato con forza con la gamba del tavolo di legno sulla testa di uno dei tre poliziotti, non fosse stato attutito dal braccio di un collega limitando i danni a 6 punti di sutura sul cuoi capelluto per una prognosi iniziale di 8 giorni.
Che il detenuto nigeriano fosse pronto a tutto lo dimostra l’efferatezza con cui qualche settimana fa aveva ucciso un suo connazionale squartandolo ed estraendone le viscere.
Questi detenuti che dovrebbe essere rinchiusi nei manicomi criminali, causa la chiusura di questi ultimi, vengono tranquillamente lasciati nelle carceri senza assistenza sanitaria adeguata.Ormai è un gioco al massacro in attesa della prossima aggressione poiché ormai i poliziotti lasciati da soli nelle sezioni detentive, sono costretti a causa delle carenze organiche ad occupare più posti di servizio contemporaneamente con sicurezza per la loro incolumità uguale a zero.
Federico Pilagatti, segretario nazionale SAPPE